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rato grado: et essendo tuo schiavo, et tu in povera fortuna ritrovandoti, non si voglia di te, che padron gli sei, scordare, et che ne' bisogni tuoi voglia, come ricerca il dovere, alcun soccorso darti. et perciò che egli facendosi di te beffe, tenterà di farti per cotai parole a guisa di pazzo dal tribunale scacciare; tu al Soldano rivolto, Sire, dirai, io vi dimando giustitia, et pregovi, che non vogliate sofferire, che'l consiglier vostro, di cui io sono vero padrone, si segnalata ingiuria mi habbia à fare, che in ricompenso delle molte virtù, ch'io gli feci dalla fanciullezza insegnare, à tempo ch’io sopra'l mercato lo comperai, col cui mezzo si honorato grado si ha presso di voi acquistato, mi faccia hora, ch’in povero stato mi ritrovo, et che alcun soccorso io gli dimando, si vergognosamente dalla presenza vostra iscacciare; et, ove per aventura voi non mi crediate, ch'io il vero vi racconti, et che egli schiavo mi sia, io vi dò questo segnale, che, tantosto ch'io lo comperai, fattolo Mussulmano, sopra le natiche col sigillo mio lo bollai, ilche ove altrimenti sia, mi contento, che di qualunche aspra morte à voi piaccia mi facciate morire. Le quai parole, disse al buon huomo Rammo, dette che harrai, il consegliere, le cui natiche, à tempo che egli, et io soli nella camera di lui eravamo, con le proprie mie mani i passati giorni bollai, udendoti il vero à raccontare, per fuggir la vergogna di dover le natiche al giudice mostrare, facendoti da parte


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