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daveri ce li bruciavano lì sotto il naso. Quando venne la nostra volta di avanzare, noi eravamo più morti che vivi, e credo che in quel momento anche i più arditi avrebbero volentieri rinunziato a tutto l’oro delle città italiane ed essere invece nelle nostre montagne poveri disertori ricercati dai birri! Un battaglione di croati, pronti a tirarci nella schiena se non si ubbidiva, ci fece tornare in corpo il coraggio. Tutto ad un tratto un pezzo di mitraglia mi porta via questo braccio, e non ho tempo nemmeno di voltare il capo per guardare l’orribile ferita, che un altro pezzo con un fracasso d’inferno mi rovescia a terra, e mentre sto per venir meno, sento Vigi che bestemmiava. Quando tornai in me, mi trovai sul carro, e al mio fianco giaceva morto il mio povero amico. —

La Mariuccia, cogli occhi sbarrati, con la bocca aperta, pallida ed immota ascoltava l’orribile narrazione mentre la Lisa, che si rimproverava in cuor suo d’essere stata la causa di quell’immenso accrescimento di dolore, s’affrettava a condurla via. E la sventurata obbedì senza dir verbo, come bambina smarrita, e fece tutta la strada senza mai aprir bocca. Rientrata in casa, attese alle consuete faccende, ma come una macchina, finchè, venuta la notte, si ritirò nella sua camera.

Intanto la Lisa stava in gran pena, e non augurandosi niente di bene da quel tetro silenzio, stette un pezzo alla sua porta spiando con affettuosa sollecitudine, e quando le parve che fosse quieta, andò anche lei a coricarsi. S’era allora allora addormentata, quando un urlare prolungato e pieno d’angoscia le ruppe il sonno e la fece balzare spaventata dal letto; anche gli altri di famiglia si destarono ed accorsero in camera della Mariuccia d’onde partivano quelle