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pianto e che credevo bruciate?... Ma ora che mi ricordo: me le sono sognate proprio stanotte... E poi dicono che non s’ha da credere ai sogni! Oh Mariuccia che consolazione! Va’ là, tu lo sapevi che queste robe sono mie ed hai voluto farmi una sorpresa!

— Vi ripeto che l’ho comprate.... La coltre mi costa due fiorini....

— Due fiorini?... Ma non capisci che vale almeno almeno quindici? La pura fodera l’ho pagata io in bottega a Palma dieci belle svanziche. —

La ragazza mortificata piangeva.

— Or via, non ti affliggere. Sai che cosa farò? Andrò dai miei fratelli, dalla sorella ch’è fattoressa del conte, da tutti quelli che conosco e racconterò il caso: è possibile che qualche anima buona non m’aiuti e che non arrivi ad accumulare il denaro che hai sborsato?

— Ma io non posso cedervela — disse la fanciulla dolente. — Si tratta della mia fortuna.... Mio Dio! Gli è tanto tempo che m’affatico per prepararmi un po’ di corredo, e adesso che il Signore mi ha aiutata col mandarmi questa bazza, dovrei perderla?... Se anche voi mi restituiste i quattrini che ho spesi, dove potrei ricomprare a così buon mercato?

— Vorresti dunque tenerti quello che è mio? Ti trovo mille testimoni che conoscono questa mia roba. Evidentemente è stata rubata: capisci?

— Oh no rubata....

— Come no? Basta a provarlo il vil prezzo a cui è stata venduta.... O Mariuccia, non voler essere cattiva! Pensa alla mia condizione.... alle mie creature che sono nude! Verrà l’inverno: a me, povera mendica, toccherà a partorire sulla strada, o in qual-