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corteo al sole moribondo che già cominciava a tuffarsi nella lontana marina. Parevano i flutti di un immenso mare di porpora, parevano un’infinita turba di pecorelle dal vello d’oro le quali, dopo aver pascolato tutto il giorno per gli azzurri campi del cielo, ora si riducano all’ovile dietro i passi del loro sfolgorante pastore. La giovinetta, innamorata della magnifica scena, metteva sì poca attenzione agli animati discorsi del suo compagno di viaggio, che questi per richiamare la sua attenzione si valse di quello stesso bellissimo tramonto.

— O mia Cati, — le disse — se il nostro progetto s’avvera, i miei ultimi giorni saranno lieti e io terminerò felice la mia mortale carriera, come quel sole che ora in così placida e maestosa pompa discende all’occaso. —

Alcune lagrime scesero sulle guance della giovinetta:

— Dio che mi vede nel profondo del cuore, sa come io lo prego, padre mio, di concedervi una lunga vita e tutta felice — diss’ella con un suono di voce così soave, che pareva una musica.

— Oh! io sarò felice e pienamente — riprese il vecchio — quando ti vedrò godere della bella fortuna che ti si prepara. Fin da quando tu eri fanciulletta nell’Istituto delle Dame X*** a Vienna, e ti vedevo crescere ogni giorno più aggraziata e gentile, era questo il più fervido dei miei voti; ma non ardivo affidarmici troppo, perchè troppo grande mi pareva la distanza fra te, umile figlia di un barone di provincia, e lui sangue di principi, così vicino alla maestà del trono. Chi mi avrebbe detto che proprio mentre la sua fortuna si era fatta anche più cospicua per i segnalati servigi resi al nostro buon Imperatore, io