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48 il canarino del n. 15.

Sinchè c’era un po’ di luce faceva anche della trina, con quelle sue mani pallide e lunghe; e un giovanetto della stamperia lì dicontro, al veder sempre dietro i vetri quel visetto, che era delicato, e con delle pèsche azzurre sotto gli occhi, se n’era come si dice innamorato. Ma poi seppe la storia del canarino, e di mezza la persona che era morta sino alla cintola, e non alzò più gli occhi, quando andava e veniva dalla stamperia.

Ella pure ci aveva badato: tanto nessuno la guardava mai! e quel po’ di sangue che le restava le tingeva come una rosa la faccia pallida, ogni volta che udiva il passo di lui sull’acciottolato. La stradicciuola umida e scura le sembra gaia, con quello stelo di pianticella magra che si dondolava dal terrazzino del primo piano e quei finestroni scuri della tipografia dirimpetto,