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12 | il bastione di monforte. |
steria e la noia delle querimonie che aspettano a casa colla donna — o la gaiezza dolorosa di chi non vuol pensare al domani senza pane — oppure la brutale galanteria che si lascia alle spalle l’ospedale e la prigione, o il richiamo caldo che cerca l’ora molle d’amore dopo la dura giornata dell’operaio. Solo il bisbiglìo di due voci sommesse che si nascondono nell’ombra canta la primavera innamorata e pudibonda. E a un tratto, nella tarda ora silenziosa, in mezzo alla gran luce d’argento che piove sui rami, da una macchia nell’oscurità si leva una nota d’argento anch’essa, e canta la festa dei nidi alle ragazze che ascoltano alla finestra. In fondo, fra i rami, s’intravvede lontano un lumicino, in una stanzuccia solitaria.
A quest’ora pure la cascatella mormora laggiù nel paese lontano, tutta sola in quell’angolo della rupe paurosa, sotto i grappoli