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124 | l’osteria dei buoni amici. |
Ti pare che abbiamo a mantenere i tuoi vizii? Prima che ti accoppino gli sbirri voglio strozzarti colle mie mani piuttosto! Voglio romperti le ossa!
— Ohè! sclamava Tonino pallido come un cencio, e schermendosi coi gomiti. — Ohè! non giocate colle mani, babbo! non giocate!
La sora Gnesa strillava peggio di un’oca, e la Barberina faceva accorrere tutto il Verziere. Il babbo diceva le sue ragioni a tutti. Per dargli uno stato aveva messo Tonino cameriere al caffè della Rosa, uno dei primi, e il padrone era suo amico. Quando si fosse impratichito si poteva aprir bottega anche loro; Ambrogio pizzicagnolo, le donne erbaiuole, lui al banco, tutta un’architettura che faceva rovinare quello scapestrato! Il sor Mattia soffocava dalla bile. Per non lasciarsi an-