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l’osteria dei buoni amici. 119

andarono insieme dal Gaina. Tonino, che gli bruciava il sangue dal bere e dalla gelosia, ed anche di quel che gli dicevano che stesse sotto le gonnelle di sua sorella, sbraitava che voleva fare uno sproposito, porca l’oca! Voleva andare ad aspettare l’Assunta in barba al turco, proprio sulla sua porta, a San Vittorello! E gli altri, Marco il Nano e Basletta, a ridergli sul naso.

Lui, per mostrare che era in sensi, non l’avrebbero tenuto in quattro. — Lascia andare, via! A quest’ora non ci aprono più ti dico. Piuttosto andiamo dal Malacarne che ha il valpolicella buono! — Tonino, buon figliuolo, da un momento all’altro, dimenticava ogni cosa e si lasciava condurre dove volevano, allegro come un pesce, sgolandosi a cantare la Mariettina, e come incontravano delle maschere gli gridavano dietro delle porcherie.