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capitolo ventesimo 159

tonio Ranucci tutti tre vestiti in borghese e da un giovine col bonetto da dragone e da un altro a lui ignoto che non vide mai più.

E descrive il cammino percorso da quel complotto di persone e aggiunge che il Brunetti, il Ranucci ed il Medori presero per gli Orfanelli e lui li perdè di vista ecc.

È, quindi chiaro come la luce del sole, che, se non risulta con precisione chi fossero quelli i quali accompagnarono Luigi Brunetti non risulta che fra quelli accompagnatori vi fosse il Caravacci e risulta poi vittoriosamente provato che furono parecchi, come del resto era logico e naturale: e quindi è escluso assolutamente il fantastico a due narrato dal Caravacci a inventata e mendace millanteria della sua personale postuma vanagloria.

Ed è ugualmente escluso assolutamente tutto il seguito di fandonie narrate dal Caravacci, le quali sono in completa contraddizione con tutti i documenti storici e con tutte le risultanze del processo. Secondo quel fantastico tessuto di fandonie il Caravacci avrebbe accompagnato egli solo Luigi Brunetti, dopo che questi ebbe colpito il Rossi, e lo avrebbe scortato a casa di Ciceruacchio vicino a piazza del Popolo, ove Luigi si sarebbe lavato, mutato di panni, poi, fatta allestire una vettura, sarebbe andato, sempre col solo fido Acate Caravacci, fuori di Porta Salaria in direzione della tenuta di Tor di Quinto, ove il Brunetti intendeva rifuggiarsi. A un miglio di distanza dalla porta Salaria il Brunetti sarebbe sceso di vettura e, invitando il Caravacci a tornare indietro in carrozza, gli avrebbe detto: va da Tata: lo troverai a piazza di Spagna da Mattei: digli che, se dentro domani non fa la rivoluzione sono perduto: non mi vedrà più.

Se i documenti esistenti permettessero di accettare per un istante questa favola male immaginata e peggio svolta da un povero cervelluccio da formica, quel tragico avvenimento e le gravissime conseguenze che ne derivarono — avvenimento e conseguenze che erano la risultanza di un cumulo di fatti storici, addensatisi logicamente gli uni sugli altri nel corso di sei mesi di storia italiana — sarebbero stati il prodotto del caso, il prodotto di un impeto d’ira di