Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana III.pdf/166

154 il processo di pellegrino rossi

militoni mi pregarono il giorno avanti di esserci: ma dichiaro, per la santa verità, che nulla sapevo della congiura per la uccisione di Rossi; io mi trovai unito coi compagni in panuntella prima che il Rossi giungesse; ed al momento che la sua carrozza entrò nel portone, una voce ordinò al gruppo di raccogliersi al piede dello scalone — ove, all’atto che il Rossi, accompagnato dal suo segretario, si accingevano ad ascenderlo — assordati tutti da fischi e grida infernali — si formò da noi con prontezza militare un cerchio stretto che divise il Rossi dalla folla — ed io — lo ripeto — che non pensavo che alcuno dei miei compagni sarebbe giunto a quell’eccesso — formai con gli altri la catena — e in un baleno — vidi la mano del bollente Giggi (sic) cadere sul viso del Rossi con atto di chi dà uno schiaffo.

Rossi cadde fulminato; e non credo che dalla folla possa essersi distintamente veduto e conosciuto quello dei miei compagni in panuntella che materialmente aveva fatto il colpo.

Capisco il necessario concorso di Sante Costantini — era tanto intimo del povero fucilato di Argenta; e credo che i congiurati non potessero essere più di tre.

E qui finisce l’importante frammento che si riferisce a quel fatto e la chiusa prova ad evidenza che il Bruzzesi non era informato di nulla, poichè egli crede che i congiurati non potessero essere più di tre, quando noi — i miei lettori ed io — sappiamo indubitatamente che, fra mandanti e mandatarii erano almeno venti, e nella ristretta cerchia della esecuzione erano al meno al meno sette od otto.

Ma la testimonianza del Bruzzesi, per probità di principii, per saldezza di carattere e per autentico eroismo nome autorevolissimo, è importante anche perchè oltre al raffermare la complicità necessaria di Sante Costantini, prova una volta di più come questi fosse fra i più esaltati per idee repubblicane e come il giorno 14, quando ancora esso ignorava il mandato che a notte gli sarebbe stato affidato, egli ed altri Legionari fanatici andassero facendo gente per la dimostrazione ostile al Rossi da farsi all’indomani; con che resta sempre più escluso che Luigi Grandoni emanasse o a voce o in scritto un ordine, o un avviso ai Legionari di