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capitolo ventesimo 153

l’elemento romano nelle guerre del 1848-49, sul finire dell’importante documento, scrisse: dirò anche che l’assassinio politico di Pellegrino Roani, mentre lo credo inspirato dagli affigliati del Loyola, lo ho veduto eseguire dall’inconscio braccio di giovani repubblicani. Gigi Cicemacchio colpiva nella carotide il Ministro di Pio IX, mentre un cappotto di guardia nazionale volava sopra il feritore per coprirlo.

Quella lettera di Nino Costa fu inviata a Torino e stette lungamente esposta, per molti mesi, fra i molti documenti inviati dalla Commissione romana presieduta dal Placidi: se nessuno si è dato cura di leggerla, se poi un ignorante si impanca a parlare di cose che non sa, che colpa ne ho io?

Dunque la prima testimonianza stragiudiziale sì, ma oculare che viene a corroborare le resultanze processuali sulla uccisione di Pellegrino Possi è quella di Nino Costa, di cui ebbi la fortuna di essere amico e che mi confermò la notizia in varii colloqui avuti sull’argomento con lui, come si vedrà in seguito, e il quale — cosa notevolissima — conservò i suoi sentimenti repubblicani sino agli ultimi giorni della sua operosa vita.

Una seconda testimonianza oculare è quella del colonnello Giacinto Bruzzesi, uno dei Mille di Marsala, decorato di due medaglie d’oro al valore militare.

Nel 1893, quando io stavo lavorando a fare il sunto di questo processo per la uccisione di Pellegrino Rossi, io mi rivolsi a quel mio nobile amico ed eroico fratello d’armi per avere notizie e chiarimenti: ed egli rispose due lunghissime lettere al mio invito, contenenti preziose rivelazioni, specialmente intorno a Ciceruacchio e delle quali, naturalmente, mi sto valendo pel secondo volume dell’altra opera al generoso capo-popolo consacrata.

In una di tali lettere, datata da Milano il 17 giugno 1893, l’onorando uomo, fra altre cose, così mi scriveva:

Reduce dalla campagna del Veneto, mi trovavo anche io in Roma a figurare in qualche occasione con la famosa panuntella ed ero fra i dieci o dodici al più con quella divisa al palazzo della Cancelleria la mattina del 15 Novembre; perchè Sante Costantini, del quale ero amicissimo, ed altri com-