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capitolo ventesimo 137

lealmente deciso a mantenersi scrupoloso osservatore della costituzione; e di questa sua determinazione molte prove hanno dato e danno le presenti resultanze processuali: ma, disgraziatamente per l’insigne uomo, queste prove che oggi sono note a noi, non soltanto non erano allora conosciute in quel cozzo di passioni agli uomini che si agitavano in quel tempestoso ambiente, ma anzi parecchi degli atti pubblici compiuti dal Conte Rossi si prestavano ad interpretazioni maligne e sinistre, come di atti offensivi alle istituzioni rappresentative1.

Era, quindi, logicamente fatale che, in quelle correnti di diffidenza, di avversione e di ostilità, mentre la maggioranza dei patriotti e dei liberali, anche moderati e con gli articoli dei giornali, con le satire, con le caricature, con le declamazioni nei Circoli si preparava a combattere il Ministro nell’arena politica parlamentare ed anche con manifestazioni di pubblica disapprovazione, una piccola minoranza più esaltata, meno leale e più facinorosa, composta quasi tutta di settarii, volgesse in mente il disegno di spegnere più speditamente e più sicuramente col pugnale l’aborrito Ministro — da essa, nel subiettivismo dei suoi preconcetti considerato come nemico e traditore della patria.

Si spiega, quindi, — non si giustifica, mi si intenda bene — date quelle premesse, la logica conseguenza che quella idea funesta cominciasse, dopo il 4 novembre, ad aggirarsi contemporaneamente, ma separatamente, in alcuni di di quei cervelli e che, quindi, un cittadino la comunicasse segretamente all’altro.

Così è logico, è naturale e si spiega come alcuni di quegli esaltati nel sospetto, altri nella convinzione e nella cer-

  1. A complemento dei giudizi intorno a Pellegrino Rossi e all’opera sua pronunciati da illustri, o valorosi, o notevoli suoi contemporanei e da me riferiti nei Capitolo VI del 1° volume di quest’opera pag. 205 e seguenti, riporto fra i documenti gli apprezzamenti in proposito di quel grande che fu Camillo Benso di Cavour. Vedi Documenti n. IX e X.
       E a dimostrare poi come e quanto — non importa ricercare se a torto o a ragione — l’ambiente fosse ostile a quei giorni a Pellegrino Rossi e a provare lo stato di farnetico a cui erano giunti gli esaltati, riferisco fra i documenti un’orrida poesia, vera degenarazione di ogni senso morale, vera aberrazione di ogni senso estetico e che