Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana III.pdf/143


capitolo ventesimo 131

Consulta han limpidamente ai miei lettori dimostrato — su tutto il partito liberale romano dal Mamiani al Mazzini.

Queste dunque furono le ragioni per cui, anche coloro che sapevano la verità, e anche dopo che questa tu acquisita in processo, non vollero e non poterono manifestarla; nessuno scrittore ebbe il coraggio di dirla, onde noi, divenuti posteri a quell’avvenimento e agli uomini che vi ebbero parte — e che sono, ormai, scesi tutti nel sepolcro — siamo costretti ancora ad andarla cercando, per consacrarla nelle pagine della storia imparziale, rigorosa e documentata.

Da tutte queste ragioni, che mantennero il mistero intorno alla uccisione di Pellegrino Rossi, sorsero in parte le leggende le più strane con cui la fantasia popolare, spontaneamente, come sempre, si piaceva di circondare il truce fatto; e tanto più strane e fantastiche quanto più illustre era l’uomo che ne fu vittima, quanto più straordinario e clamoroso era stato l’avvenimento, quanto più audace era sembrata e più drammatica la esecuzione del delitto.

Ma alle spontanee leggende popolari, altre e numerose ne aggiunse, e non meno fantastiche e più meravigliose e incredibili ancora, la calcolata frode delle penne loiolesche — aventi a guida quella forbita, agghindata, leziosamente trecentistica del Padre Antonio Bresciani — allo scopo di proiettare luce livida e sanguigna sulle sètte e sui settari, a cui il romanziere della Civiltà Cattolica attribuiva tregende macabre che non attribuiscono forse neppure alle streghe e ai diavoli in mostruosi connubi stretti sotto il noce di Benevento gli ingenui e pavidi cronisti del più fitto medioevo.

Di alcuna di quelle truculente leggende — benchè così gradite al Capitano Galanti — fu costretto, suo malgrado, a far giustizia lo stesso Giudice Istruttore Laurenti; di parecchie altre, che l’impunitario Bernasconi, il Processante Relatore e il Supremo Tribunale ebbero care — avran giá fatto giustizia o faran giustizia di qui a poco — e questa volta riuniti insieme e senza tema l’uno dell’altro, come nei Promessi Sposi — il buon senso e il senso comune dei lettori di questa storia.