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Però bisogna notare che i giornali più spigliati dei vari partiti di opposizione e, più specialmente, quelli umoristici, avevano cominciato ad assalire il Rossi con accuse e satire quasi al tutto ingiuste, quasi sempre calunniose ed immeritate. Si era segnalato in questa guerra contro Pellegrino Rossi il brioso Alphonse Karr che contro di lui aveva scritto in più luoghi del suo periodico Les Guèpes 1, Il Rossi, sempre altero e disdegnoso, non curava quelle satire e quei libelli, ma ognora più accumulava nell’animo lo sprezzo profondo, sempre mani-

    di Parigi le indicazioni da Lei richiestemi. Le trascrivo testualmente: — " M. Rossi, professeur de droit de Paris, membre de l’Institut et du Conseil royal de l’instruction publique, a été nommé Doyen de la Faculté de droit de Paris, en remplacement de M. Blondeau, dimissionnaire, par arrêté de M. Villemain. ministre de l’instructon publique, en date du 18 novembre 1843. M. Rossi a été nommé Doyen honoraire par arrêté de M. Salvandy, ministre de l’instruction publique, en date du 1er janvier 1847."
       «Ben lieto di averle potuto procurare queste sicure notizie di fatto, mi è grata l’occasione per offrirle gli atti della distinta mia considerazione. — Di V. S. Illma Devmo G. Tornielli».

  1. Nel 1839, in occasione della nomina di P. Rossi a pari di Francia, A. Karr, nelle sue Guépes (serie 1°, Calmano Lévy, 1878, tom. I, pag. 48) scriveva, dopo avere a lungo, a modo suo, parlato della vita precedente del Rossi: «Il signor Rossi era così cattivo svizzero, come vedete, che egli non aveva quasi a far nulla per divenire francese. Il signor De Broglie e il signor Guizot lo chiamarono in Francia e gli diedero una cattedra di diritto costituzionale francese. Subito gli allievi si incaponirono: un’ordinanza rese il corso del signor Rossi obbligatorio per gli esami di diritto. Allora gli allievi vi si precipitarono in folla, ma per romper tutto, per cantare la Marsigliese e gettare sul professore pomi cotti ed altro. La gendarmeria se ne immischia. Poi, siccome tutto assai presto si dimentica in Francia, la scienza reale del professore trionfa anche dei più renitenti e il suo corso è assai frequentato. Il signor Rossi si è fatto naturalizzare francese e ha fatto parte all’ultima infornata de’ pari.
       «Il signor Guizot diceva ieri a qualcuno: Vedete il Rossi? Egli si è affidato a me e vedete dove io l’ho condotto in tre anni? Il signor Rossi dopo essere stato a volta a volta austriaco per azzardo, francese per combinazione, italiano per stordidezza, papalino momentaneamente, napolitano per umore belligero e ginevrino per amore, è oggi e definitivamente francese per ragione».
       E più tardi, parlando dei principali pubblicisti parigini e dei giornali in cui si sono annicchiati, diceva che la cronaca politica della Revue des Deux Mondes «fu ricercata ed ottenuta dal signor Rossi, di cui abbiamo raccontato la storia con convenienti e curiosi particolari e il quale deve la sua elevazione al Ministero del 12 maggio» (tom. II, pag. 172).
       «E, parlando dei discorsi pronunciati al Collegio di Francia, per la distribuzione dei premi per la letteratura, scriveva: - Al Collegio di Borbone, il signor Rossi, che presiedeva la distribuzione dei premi, ha trattato la stessa questione. Eh, no, signor Rossi, mille volte no; non fu già per le lettere che voi siete arrivato ad essere pari di Francia - non è vero? - voi lo sapete bene...» (tom. III, pag. 90).
       «E più tardi ancora, nel 1843, in un articolo che aveva per obbiettivo il