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capitolo secondo 71

Dopo questo merito al Rossi riconosciuto quale economista, un altro importantissimo vanto gli è dato per un elemento quasi nuovo da lui introdotto come fondamento etico nella scienza economica. «Muovendo dal principio» — scrive Joseph de Croze — «che nel mondo moderno v’ha un’autorità dinanzi alla quale tutti i fatti si piegano e quest’autorità è la giustizia, il Rossi pose l’economia politica sopra una base immutabile: il diritto.

Uno dei meriti essenziali del Rossi è di aver compreso questo nuovo bisogno, di averlo analizzato e di averlo soddisfatto, aiutandosi nelle sue ricerche con le regole eterne dell’equità, e facendo concorrere la giustizia a collocare le società economiche sugli immutabili principii dell’uguaglianza civile»1.

E io ho detto quasi nuovo, perchè realmente — sembra che il De Croze lo dimenticasse — anche Adamo Smith di quell’elemento aveva mostrato tener conto; quantunque non vi sia dubbio che da Pellegrino Rossi esso ricevesse ampio, scientifico ed eloquentissimo svolgimento.

Ampli elogi tributa pure al Corso di economia politica del Rossi Alphonse Courtois, segretario perpetuo della Società di Economia politica di Parigi, il quale trova che «le pagine che il Rossi ha consacrato alla divisione delle scienze morali e politiche, alla separazione dell’economia politica in pura e applicata, alla rendita, alla libertà commerciale, ai prodotti immateriali, ai principii della popolazione, alla ricchezza immobiliare, alla schiavitù, ecc., ecc., sono scintillanti di inspirazione e di elevatezza di pensiero»2.

Un altro caldo ammiratore del Corso di economia politica del Rossi, in mezzo alle molte e continuate lodi che rivolge all’illustre autore, gli dà grandissimo merito «per avere affermato che alla scienza appartiene di distinguere e di incatenare i fenomeni sottomessi alla stessa legge; all’arte, applicando questa legge, di impadronirsi delle cause per reagire sugli effetti. Unità nella scienza, varietà nell’arte. Il signor Rossi quindi

  1. J. De Croze, in suo articolo sul Cours d’èconomie poiitique de P. Rossi, nella Revue de legislation et jurisprudence, serie X, tomo VI, luglio-dicembre 1842. Cfr. con L. Reybaud, A. E. Chehbuliez, G. De Puynode, A. Pierantoni, articoli citati.
  2. Alph. Courtois, art. cit. nel Journal des Èconomistes del 1887.