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capitolo secondo 69

produzione, alla ricchezza ed al consumo, pretesero ottenere una più equa ripartizione del benessere, o una completa uguaglianza di agiatezza per tutti.

Cosi, per opera del Saint-Simon, del Fourier, dell’Owen e dei loro discepoli Augusto Corate e Vittorio Considérant, allorchè Pellegrino Rossi imprendeva il suo insegnamento dell’economia politica al Collegio di Francia, le più strane utopie di socialismo e di comunismo, avvolte, qua e là, nei veli di un morboso misticismo, inspirate spesso da nobili sentimenti e da elevate quantunque nebulose idealità, più spesso abilmente sfruttate da mediocri ciarlatani politici o da volgari agitatori, sconvolgevano le menti e turbavano gli spiriti delle moltitudini, sempre bisognose e ansiose di miglioramenti e, per ciò, sempre credule alle più stravaganti promesse. È tanto dolce il credere alla effettuabilità delle cose desiderate!...

Come rigorosamente concepisse e intendesse Pellegrino Rossi la scienza economica lo disse egli stesso nella seconda delle sue lezioni al Collegio di Francia. «La scienza, quale ne sia l’obietto, non è che il possesso della verità» - diceva il Rossi - «la conoscenza riflessa dei rapporti che scaturiscono dalla natura stessa delle cose, conoscenza che ci permette di risalire ai principii e di incatenare fra quelli le deduzioni che se ne traggono. La conoscenza di un certo ordine di verità, questo è l’oggetto, il fine particolare della scienza: il mezzo è la ricerca della verità con l’aiuto del metodo. La scienza non è incaricata di fare qualche cosa. Se non esistessero in questo mondo che miseria, ignoranza, sventura; esisterebbe sempre una scienza deireconomia politica. Sarebbe sempre vero che, applicando le forze dell’intelligenza e le forze organiche dell’uomo alla materia in questa o in quell’altra maniera, si produrrebbero degli oggetti atti a soddisfare i bisogni dell’uomo e che, se si lasciassero le cose al loro corso naturale, questi prodotti si distribuirebbero in una certa maniera fra i produttori; se l’uomo, informato delle conclusioni della scienza, ne trae partito per la ricchezza, per il benessere, per il progresso civile, egli fa ciò che deve fare; ma la scienza resta sempre la stessa. Se non vi fosse una sola barca sull’Oceano, pur vi sarebbe un’astronomia, e l’astronomia sarebbe sempre ugualmente vera; qualunque sia il partito che se ne trae per la