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capitolo primo 51

la legge logica che governa i fatti della storia — non doveva essere approvato; e occorrevano, appunto, altri quindici anni di discussioni e di dispute, altri quindici anni di fatti, di inconvenienti, di abusi perchè la necessità della revisione del patto federale si imponesse alla maggioranza del popolo svizzero. Andare a cercare che cosa sarebbe avvenuto se Alessandro, sottomessa l’Asia, si fosse rivolto verso l’occidente e avesse assalito Roma, o perdersi ad indagare quali conseguenze sarebbero derivate nella storia di Roma se Sesto Pompeo, alla pace di Miseno, firmata sulla sua nave ammiraglia, avesse gettato in mare Caio Ottavio e Marcant’Antonio, quando la legge logica che governa la storia chiaramente ci mostra le tante ragioni per cui il primo fatto non avvenne perchè non poteva assolutamente avvenire e ci prova che il secondo fatto - il quale poteva avvenire - non avrebbe in nulla cambiato il corso complessivo degli avvenimenti e che il dispotismo imperiale avrebbe retto ugualmente il mondo, e che solo il nome della gente dominatrice si sarebbe mutato da quello di gente Giulia in quello di gente Pompeia, il cercare e indagare queste ed altri simili cose potrà costituire, mi pare, un allettevole e sottile esercizio nell’arte degli indovinelli, ma non sarà opera di storico serio.

La reiezione del disegno del nuovo patto federale, accorò senza dubbio Pellegrino Rossi e per l’offesa fatta al suo amor proprio e per la diminuzione di prestigio e di autorità che ne derivava al suo nome e per l’accrescimento di ostilità e di inimicizie che quella sconfitta necessariamente produceva1.

E questo dolore veniva a opprimere Pellegrino Rossi proprio nel momento in cui le gravi spese a lui occorse per la lunga dimora a Lucerna ed altre iatture avvenute nella sua economia domestica avevano stremato le sue forze finanziarie, fino quasi all’esaurimento della dote della moglie e proprio nel momento in cui egli era malato2.

  1. A. E. Cherbuliez, H. Saladin, De Mazade, De Brog-lie, H. Baudrillart, A. Pierantoni, G. De Puynode e F. Curtois.
  2. Ad un amico il Rossi di quei giorni scriveva: «I miei occhi sono malati, la mia salute è cattiva, speriamo ancora». E ad un altro scriveva questa disperata frase: «La barca fa acqua da tutte le parti». De Mazade, art. cit. Della povertà a cui si trovava ridotto Pellegrino Rossi, parlano anche J. Garnier, De Puynode, Baudrillart e A. Pierantoni.