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capitolo primo 49

scinò molte persone anche illuminate. Si accordò fede alla sincerità di codesto bisogno d’accentramento così altamente espresso dai grandi cantoni, e si credette un momento alla possibilità di soddisfarlo. Da parte di persone illuminate fu un’onesta, ma inconcepibile illusione ben presto distrutta dai fatti. I Gran Consigli chiamati a pronunciarsi in proposito formularono innumerevoli emendamenti, che la Dieta, riunita l’anno seguente a Zurigo, ebbe ad esaminare, discutere e possibilmente conciliare; opera di transazione, di minuzioso rilievo di particolari, nella quale il progetto doveva perdere la sola qualità che lo raccomandava, la coerenza, la simmetria logica delle varie sue parti.

Perciò invano la Dieta straordinaria, convocata nell’anno stesso, approvò sotto riserva di ratifica il nuovo lavoro, ed i Gran Consigli lo ratificarono non ostante le loro ripugnanze: il popolo di Lucerna lo respinse e la defezione si fece man mano così generale che gli autori ed i partigiani del progetto di Lucerna compresero che una nuova elaborazione su quella base non avrebbe avuto alcuna probabilità di riuscita»1.

«Ogni opinione politica-osserva giustamente il Pierantoni — ebbe il suo speciale voto negativo. l’immobilità aristocratica vi giudicò troppo accentrato il potere; i radicali, invece, credettero che si fosse usato soverchio riguardo alla sovranità cantonale e dimenticato ogni culto all’idea nazionale o di patria comune; il puritanismo protestante vi ravvisò poco curato il principio religioso, il clero cattolico lo diceva distruttore dello stesso cattolicismo, specialmente perchè nel patto non vi era stipulazione per garantire la proprietà dei conventi. La diplomazia di tutte le potenze, tranne la Francia, aveva usato artifiziosi maneggi per far rigettare quella Costituzione federale»2.

In sostanza e nella realtà delle cose il patto Rossi fu respinto per due ragioni, che appaiono chiare dal complesso dei fatti. La prima di esse risulta evidentemente dalla stessa relazione di Pellegrino Rossi. Pur riconoscendo le manifeste tendenze di una parte del popolo svizzero ad una maggiore coesione ed affermazione della sovranità nazionale, il Rossi, nel

  1. A. E. Cherbuliez, La democrazia nella Svizzera, ediz. cit., pag. 294.
  2. A. Pierantoni, disc. cit.