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«Ecco adunque questo straniero, recente cittadino di un cantone», scrive Hubert Saladin, «diventato il legislatore della Svizzera. Il Rossi esercita nella Dieta di Lucerna le stesse seduzioni che nel Consiglio rappresentativo di Ginevra. La Dieta lo nomina membro della Commissione incaricata di rivedere il patto federale, e la Commissione lo sceglie a suo relatore. Egli compila il nuovo disegno di patto federale in centoventi articoli, destinati a ricostituire la Svizzera, perfezionandovi l’autorità comune senza ledere le sovranità particolari»1.

La tendenza naturale, istintiva che era nell’indole stessa dell’alto ingegno di Pellegrino Rossi, la tendenza all’eclettismo conciliatore questa volta si imponeva a lui, non relatore soltanto, ma anima della Commissione di quindici membri incaricata di compilare il nuovo patto federale - il quale, nella storia, da lui prende il nome di patto Rossi - questa volta trovava un campo adatto al proprio svolgimento, perchè alla Commissione e al relatore si presentava inesorabile la necessità di trovare un punto di riunione e di conciliazione fra due principi, fra due interessi, fra due correnti diametralmente opposte fra di loro: accrescere la potenza dell’autorità centrale senza ledere gli interessi, le tradizioni, i pregiudizi delle gelose e ritrose autonomie cantonali: senza retorica si può dire che la risoluzione di un tale problema equivaleva alla scoperta della quadratura del circolo, giacché l’aumento della sovranità centrale della confederazione non si poteva ottenere che con la diminuzione della sovranità cantonale2; «si trattava di conciliare i principi con la storia»3.

In mezzo alle più vive discussioni dell’opinione pubblica, fra i fieri dibattiti del giornalismo, fra le proposte più divergenti e i suggerimenti più contradditori, la Commissione imprese la perigliosa sua navigazione in questo mare infido e spumoso, tutto irto di vortici e di scogli; e, sotto la guida di un nocchiero duttile, sottile, antiveggente, abilissimo quale si affermò Pellegrino Rossi, giunse quasi alla riva col nuovo disegno di patto federale, composto di centoventi articoli e accompagnato

  1. H. Saladin, opusc. cit.
  2. Cretinau-Joly, Daendliker, Grandpierre cit, e A. E. Cherbuliez, La democrazia nella Svizzera, nella Biblioteca di scienze politiche diretta da A. Brunialti, Tonno, Unione tipografico-editrice, 1898, pag. 292 e seg.
  3. L. Reybaud, art. cit.