Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana I.pdf/407


documenti 399

Essendosi catturato, siccome indiziato della uccisione del Priuli, e di altri si fatti delitti, un certo Angelo Tosi, ho reputato conveniente ordinare che sia frattanto trasportato nelle prigioni di Osimo, per fino a che ne venga ordinato dalla Eccellenza Vostra il trasferimento in altre carceri più lontane. E ciò per non correre il rischio, che il carcerato trovi modo di comunicare co’ suoi amici di fuori. Essendochè questi, fra cui tre guardie di finanza, trovandosi col Tosi all’atto della cattura, cercarono d’impedirla, sebbene dieci fossero i carabinieri esecutori, e sottraessero dalle mani di colui una pistola ed un coltello, dicendo ch’essi erano i possessori di queste armi, e che il Tosi le aveva prese allora allora e per caso. Oltre a ciò mi è stato riferito che coloro, e spezialmente (sic) i finanzieri, si siano milantati che niuno potrà loro impedire di comunicare col carcerato. Dietro un tale annuncio invitai questo sig. cav. Baldelli, sopraintendente delle dogane, ad ordinare subito il traslocamento delle tre guardie suddette Giuseppe Bellini, Massimiliano Zoli e Fantini; ma il sig. sopraintendente mi ha dichiarato, che il Fantini guardia a cavallo non potrebbesi traslocare altrove, essendo Ancona il luogo di esclusiva residenza di dette guardie; e che quanto ai due altri e al Zoli particolarmente, egli stesso ne aveva ordinato il traslocamento, e che essendosi quelli ricusati non gli era riuscito di eseguirlo; ed anzi era stato minacciato della vita ove lo avesse tentato di nuovo. Lo stesso sig. cav. Baldelli mi ha quindi dato a conoscere, che questi finanzieri per la maggior parte sono non solamente complici de’ contrabbandieri, ma anche degli altri malfattori, che infestano questa città, che il loro capitano cav. Bonesi è assente, e gli altri due uffiziali sono inetti affatto, sicchè non hanno sulle guardie veruna autorità.

In tal stato di cose. Eccellenza, non veggo come possa un capo di provincia provvedere all’ordine, alla tranquillità, alla sicurezza dei cittadini: che se io dovessi procedere alla cattura delle guardie suddette, so a quest’ora che i carabinieri non oserebbero di eseguirla. Mi parrebbe di tradire la fiducia che in me ha riposta la Santità di Nostro Signore, ove mi rimanessi colle mani alla cintola, spettatore di così gravi disordini; laonde quanto più so supplico la Eccellenza Vostra affinchè si ponga riparo alla corruzione ed alla insubordinazione introdottasi nelle guardie doganali, e si esaudiscano le mie preghiere, anche per ciò che concerne l’aumento di questa forza de’ carabinieri; la qual cosa potrebbesi facilmente eseguire traslocando in Ancona parte di quelli che ora sono in Macerata, città tranquillissima, ove, per quanto mi ha assicurato il sig. Conte Alessandro Spada, basterebbero per guardarla, oltre alle armi civiche, pochissimi carabinieri.

Le rimetto un avviso a stampa, che ho creduto di dover pubblicare per dare a conoscere agli Anconetani, che l’autorità governativa veglia a pro loro.

In attenzione dei venerati ordini della Eccellenza Vostra, alla quale ho l’onore intanto di umiliare i sentimenti ossequiosi della mia devozione, mi riprotesto

Di Vostra Eccellenza
Ancona, li 2 novembre 1848.

Umilissimo, devotissimo ed obb.mo servitore
A. Zanolini.


Signor ministro dell' interno, Roma.