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hai fatto; ma a noi ci fai un baffo sui c...; perchè Sterbini bisogna che con noi stia zitto, e non ci può far niente e sappiamo noi il perchè. Prega Dio che te la mandi buona; sennò farai la morte del Rossi. Noi abbiamo visto e letto tutto e Sterbini bisognerà che faccia quel che vogliamo noi." E di fatti così fu: ed essendosi egli recato dallo Sterbini, lo ricevette con pessimi modi, gli disse che tacesse, che non gli facesse il dottore e a chiare note gli fece conoscere che il tasto di quelle persone non gli si poterà toccare; onde egli si persuase che realmente Ranucci e i due Costantini avessero preso parte all’omicidio Rossi, del quale essi si millantavano sotto la repubblica, dicendosi salvatori della patria, facendo bene intendere che Sterbini era stato il primo capo di questo misfatto. I Costantini e Ranucci si vantavano di avere avuti molti altri complici, ma lui non glieli intese mai nominare, nè intese dire da loro dove e come fosse organizzata la cosa. Crede che anche Cesare Agostini di Foligno ci fosse dentro per qualche cosa. Lui il giorno 15 novembre stava a casa con sua moglie Adelaide, ma non ricorda se ci fosse presente alcuno»1.

La importanza di questa deposizione, che può veramente chiamarsi una rivelazione, come non può sfuggire al lettore di queste pagine, così, e tanto meno, sfuggì all’occhio sagace del giudice Cecchini, il quale, coadiuvato efficacissimamente dal suo collaboratore Capitano Giovanni Galanti, in poco meno di quattro mesi, aveva raccolto attorno a sè una compagine di elementi importanti per la processura di cui egli era incaricato.

Per inoltrarsi nei sinuosi e tenebrosi meandri di quelle congiure, per scendere negli abissi di quella miniera, in cui giaceva nascosto il tesoro della verità, si offrivano ormai agli sguardi scrutatori del giudice processante tre fili lievissimi di luce, seguendo i quali egli sperava, da un momento all’altro, di vedersi aperta dinanzi qualche parte integrale del vero: i tre fili di luce, che potevano convertirsi in tre filoni auriferi, erano: la congiura legionaria in azione sulla piazza della Cancelleria, intorno a cui bisognava addoppiare e triplicare le investigazioni; il mistero della camera anatomica dell’ospedale di San Giacomo,

  1. Processo, primo costituto Testa, foglio 876 a 907