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«Contestategli le risultanze contrarie: Io non ho ricorso e non ricorro a sotterfugi e mendacii: nego assolutamente quanto mi si dice risultare a mio carico. E rinego ancora1.

Ma la prova più evidente che, mentre il Cecchini lavorava alla istruttoria, più o meno legale, per stabilire le responsabilità nell’omícidio del Conte Pellegrino Rossi, l’assessore di polizia e il Capitano Galanti conducevano innanzi un’altra istruttoria, al tutto tenebrosa, per lo stesso reato, si ha nel seguente rilievo fatto nel processo, sotto la data del 20 febbraio 1850:

«Si riproduce ed allega un rapporto del Capitano Galanti sull’arresto di Alessandro Testa, romano, operato dalla polizia come complice dell’omicidio Rossi: si unisce il verbale di perquisizione domiciliare, ecc. Il rapporto è accompagnato da una lettera dell’assessore generale di polizia in cui è detto che il Testa è ritenuto complice dell’assassinio. Si uniscono i pacchi suggellati, contenenti le carte sequestrate in casa del Testa»2.

Cosi, mentre il processante avvocato Cecchini sottopone a un secondo costituto il dottor Ceccarini perchè riconosca tutti i gioielli e oggetti di valore sequestrati nella sua camera a S. Giacomo e che furono depositati presso di lui dalla signora Braun, a cui egli esprime il desiderio che siano quegli oggetti restituiti e, per essa, ancora assente, al viceconsole americano3, egli riceve anche alle Carceri Nuove, il 22 febbraio, le risposte di Alessandro Testa, di cui nessun atto e nessun testimonio aveva fin qui fatto cenno nel processo e che è sbucato fuori, all’improvviso, dalle fucine della polizia.

«Un uomo dalla apparente età di oltre 30 anni, capelli biondi, fronte alta, occhi turchini, ciglia bionde, barba intera, baffi rossi, carnagione colorita, mento regolare, naso giusto, bocca idem: una cicatrice sopra l’occhio sinistro. Alessandro Testa, figlio del vivente Clemente, di anni 32, romano, sorvegliante ai lavori pubblici di beneficenza. Suo padre era impiegato pontificio alla prefettura delle acque e strade; ha moglie ed un figlio. Mai fu arrestato e inquisito. Fu arrestato l’11 corrente febbraio, che era il penultimo di carnevale, fra le due e le tre pom., sotto il

  1. Processo, primo costituto Corsi, foglio 818 a 847.
  2. Processo, rilievo sull’arresto di A. Testa, foglio 848 a 858.
  3. Processo, secondo costituto Ceccarini, foglio 858 a 875.