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capitolo settimo 343

vide la mano armata di ferro. Udì dire che fra i presenti v’era Luigi, il figlio di Ciceruacchio.

Poi dando la stura a tutte le fandonie e alle leggende che la fantasia popolare e le arti dei gesuiti avevano create e diffuse, narra di aver sentito dire che l’uccisione del suo padrone era stata stabilita in un gran pranzo dal Conte Terenzio Mamiani (!), dal principe Carlo Luciano Bonaparte di Canino, dal dottor Pietro Sterbini, il cui strumento era il capo-popolo Ciceruacchio; che l’uccisore fu proclamato eroe, che il pugnale era stato messo in un reliquiario, avanti al quale erano state accese le candele!... E via di seguito1.

In questo mezzo il processante riceveva dal presidente della Commissione pei processi politici un rapporto riservatissimo di un ispettore di polizia, Mauro Rossi, il quale indica un antico cameriere della trattoria delle Belle arti come colui che sa tutto intorno all’uccisione del Conte Rossi, uccisione dovuta alla mano di un N. Neri, d’accordo coi Brunetti padre e figlio, col celebre ravennate Angelo Bezzi, con Giuseppe Fabiani detto il Carbonaretto ed altri.

Un altro cameriere è stato chiamato: egli è Luigi Ganni di Salvatore, romano, di 27 anni, il quale si trovò alla Cancelleria, vide i reduci vicentini, li udì «parlare altamente contro il ministro Rossi, chiamandolo infame, nemico di libertà, pronto a sopprimere la Costituzione». C’era gran folla nel cortile, onde voleva andarsene, quando arrivò il ministro; udì la sorda fischiata, vide i legionari aprirsi in due ale, un borghese in soprabito bianco percuotere con un bastoncino il Rossi a destra, un vicentino dargli un gran pugno nel collo a sinistra; il ferro non lo vide. Conobbe fra i legionari Luigi Brunetti e un tal Pescetto, reduce di Lombardia, protetto da Ciceruacchio, da lui impiegato, in tempo di repubblica, ai lavori di beneficenza e che ha circa 25 o 26 anni. Ma non può dire in qual punto dell’atrio quei due fossero nel momento che il Rossi fu colpito. Gli parve di vedere anche il Grandoni: nulla sa circa la preordinazione di quel delitto2.


  1. Processo, deposizione Deck, foglio 157 a 172.
  2. Processo, deposizione Ganni, foglio 176 a 181.