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nistro dell’interno avvocato Giuseppe Galletti, il quale rispose: presentassero pure tale mozione, egli l’accetterebbe e risponderebbe essersi ordinato il procedimento penale per la uccisione del ministro Rossi. Poi il Galletti riflettè, o gli fu fatto riflettere, che, per regolarità costituzionale, a quella mozione non lui, ministro dell’interno, ma il Sereni, ministro di grazia e giustizia, doveva rispondere, il quale non era ancora giunto da Perugia e non era per anco entrato nel suo nuovo ufficio.

Dalle deposizioni del Minghetti, del Pantaleoni e del Fusconi risulta che essi non rimasero gran fatto persuasi di quella obiezione del Galletti e par quasi che essi vi intravedessero o renitenza, o mal volere da parte del Galletti stesso. Se non che dall’interrogatorio a cui fu sottoposto, a Perugia, l’avvocato Giambattista Sereni risultò che nè il Galletti, nè altri ministri si intromisero presso di lui per far sospendere il procedimento penale contro gli uccisori del Conte Pellegrino Rossi; che a lui non fu presentata nessuna mozione firmata da deputati su tale proposito, che solo il Conte Terenzio Mamiani gli parlò di ciò nel senso che bisognava spingerle innanzi energicamente il processo per scoprire l’autore del delitto e che egli, Sereni, spontaneamente, aveva già scritto al procuratore fiscale generale per eccitarne lo zelo, sembrandogli cosa mostruosa che tanto delitto potesse andare in oblìo.

L’avvocato Sereni però, rispondendo alle interrogazioni rivoltegli dal processante, ammette che il procedimento contro gli uccisori del Rossi incontrava non lievi difficoltà, «perchè nelle condizioni di allora non si trovava facilmente chi volesse fornire notizie sull’avvenuto alle autorità: lui del resto durò poco al ministero, quindi di quel procedimento non ebbe e non può dare notizie»1.

Tutto ciò che aveva deposto l’avvocato Sereni era vero: il procedimento contro l’uccisore o gli uccisori del Rossi si arrestò il giorno 28 novembre al verbale di apertura del pacco contenente le carte rinvenute nella tasca dell’abito di Pellegrino Rossi. Quel pacco fu aperto dal processante Angelilli in presenza dei testimoni che avevano assistito al suggellamento:

  1. Processo, deposizione Sereni, foglio 6337 a 6343.