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Pellegrino Rossi barcollò, piegò verso la parete sinistra, vi si appoggiò con la mano e cadde, senza profferir parola, intanto che un violento zampillo di sangue, spicciando dalla carotide recisa, arrossava il muro. Nello stesso tempo, sulle spalle del feritore era stato gettato un cappotto da civico: i legionari, con movimento quasi simultaneo, si ritrassero verso l’atrio e rigurgitarono sopra la folla; il feritore, scortato da quattro o cinque dei suoi compagni, attraversò il cortile e usci, insieme con quelli, dalla porticina di fianco alla chiesa, che metteva al vicolo dei Leutari; molti altri dei reduci uscivano sulla piazza; alcuni restavano nell’atrio, intanto che due di essi dal portone dicevano alla folla, rimasta fuori e che si alzava sulla punta dei piedi e protendeva i volti in avanti e chiedeva che fosse successo: Niente! niente!... Fermi! quieti!... Non è niente!...

Pellegrino Rossi, sollevato dal cavaliere Righetti, che si era potuto spingere fino a lui, dal proprio domestico e da qualche pietoso, che era riuscito a penetrare avanti, nello spazio lasciato vuoto dai retrocedenti legionarii - e fra quei pietosi era Pier Silvestri Leopardi1 - era portato a braccia a capo della prima scala e, sfondato, con spinte e calci, l’uscio che adduceva nell’appartamento abitato dal Cardinale Lodovico Gazzoli, veniva ivi condotto e adagiato sopra un sofà.

La voce del ferimento, sparsasi, in un attimo, era giunta nell’aula; ne era uscito, a precipizio, prima il deputato Pantaleoni, poi il deputato Fusconi, ambedue medici, ed erano accorsi per dare aiuto all’infelice, intanto che qualcuno era andato a chiamare, nella vicina chiesa di San Lorenzo e Damaso, il curato Don Giovanni Nina, perchè venisse a prestare gli estremi ufficii religiosi al morente.

Pellegrino Rossi, in quei venti o venticinque minuti, emise gemiti, ma non pronunciò parola.

E perchè il dramma riuscisse shakespeariano in tutto, quella dolorosa e terribile chiusa ebbe il suo incidente comico. In quel momento, attratto da tutti quei rumori, era apparso, sull’uscio che immetteva nelle altre camere dell’appartamento, il Cardinale Lodovico Gazzoli.


  1. Narrazioni storiche di Pier Silvestro Leopardi, Torino, 1856, capitolo LXXII, pag. 363 e seguenti.