Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana I.pdf/252

244 pellegrino rossi e la rivoluzione romana

ambedue alle spese di processura ed alimentarie. Lodovico Valeriani fu assolto 1.

Intanto era giunto a Roma il nuovo ministro della guerra Generale Carlo Zucchi, nativo di Reggio modenese, che aveva militato nelle guerre napoleoniche e si era acquistata fama di prode, che aveva figurato nelle congiure Carbonare dal 1814 al 1831, processato, incarcerato, esule e, nella guerra di quello stesso anno 1848, difensore di Palmanova.

Il giorno 30 ottobre egli passò in rivista le milizie stanziate in Roma, a piazza San Pietro; e, fin dai primi suoi atti, diede a divedere il proposito di volere restaurata la disciplina, assai manchevole a quei giorni, e riordinato l’esercito. Forse il Zucchi si palesò, fin dai primi giorni, più che risoluto ed energico, severo e duro nei modi e fu ben presto fatto segno agli assalti dei giornali di opposizione e, specialmente, alle caricature del Don Pirlone2.

Frattanto, fin dai primi di ottobre, era stata proposta dai moderati bolognesi la candidatura di Pellegrino Rossi a deputato del II collegio politico di quella città, rimasto vacante per rinuncia del deputato avvocato Antonio Zanolini. Di quella intenzione dei bolognesi di eleggerlo a loro rappresentante scrissero al Rossi Marco Minghetti e l’antico amico di lui l’avvocato Domenico Casoni. Ad ambedue rispose il Rossi: e nella lettera indirizzata al primo, dopo aver detto che sarebbe superbo di rappresentare Bologna e, dopo avere ringraziato il Minghetti e gli altri amici, scriveva queste notevolissime parole, a proposito delle provvisioni energiche che il Minghetti chiedeva per ristabilire perfettamente l’ordine a Bologna: «... dall’altro canto io non vorrei arbitrii troppo inconciliabili coi nostri ordini politici. So bene che un ministero dee, in casi urgenti, porre avanti la propria responsabilità e confidarsi all’equità dei corpi deliberanti. Né io ricuso questa prova. Ma in ogni cosa uti, non

  1. Vedi la sentenza, che credo fermamente inedita, fra i Documenti, al n. LXL
  2. «Zucchi è più austero e severo di Rossi e spaventa già tutti i subordinati». Così scriveva, in una sua lettera indirizzata al Minghetti, da Roma, in data 31 ottobre, Luigi Carlo Farini (M. Minghetti, Ricordi, vol. II, pag. 398).