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per l’aia. Le parti erano invertite: in aprile era il Papa che voleva la lega e il governo piemontese non la voleva; in settembre avveniva tutto il contrario.

Il Rosmini, notando con dolore, che il ministro Perrone sul concordato non diceva pure una parola, e vedendo come fatalmente il Piemonte si avviava precipitoso al gravissimo errore di una nuova guerra, narra nel suo Commentario come sempre più egli si sconfortasse, e come, nondimeno, si unisse ancora parecchie volte a colloquio col Pareto, col Corboli Bussi e col Bargagli e come, anzi, da questi fosse incaricato di scrivere una memoria da presentare alla Congregazione dei Cardinali, quando il Papa l’avesse nominata, e in cui «si esponessero i motivi dai quali apparisse che quel progetto sembrava dover convenire alla Santa Sede e si rispondesse alle principali obiezioni che potrebbero venir fatte al medesimo», e narra come quella memoria scrivesse e la riferisce per intero nella sua lunghezza di diecinove pagine1.

In questo momento era giunto al potere Pellegrino Rossi, il quale dal Rosmini è accusato ripetutamente di invasione degli altri dicasteri2 e quindi di avere invaso pure quello degli affari esteri, tirando a sè l’affare della lega, o confederazione italiana. «Appena che il Conte Rossi fu al ministero» — scrive l’autore delle Cinque piaghe della Chiesa — «volle tirare a se anche questo affare e per riuscirvi tolse a screditare tutto quello che s’era fatto nelle conferenze del palazzo Albani - dove si erano riuniti, in precedenza, il Rosmini, il Pareto, il Corboli Bussi e il Bargagli - ingerendo nell’animo del Pontefice dei gravissimi sospetti, dandogli a credere che tutto ciò non fosse che un maneggio per ispogliarlo compiutamente della sua autorità ed ingerenza negli affari temporali, e che i principi di quella confederazione si sarebbero cangiati in prefetti o sottoprefetti; al che il Pontefice, che s’era già messo totalmente nelle mani del suo ministro, prestò piena fede. 11 Rossi dunque disse che avrebbe egli fatto una lega di principi, non una confederazione di stati, impossibile e inopportuna, e in fatti tracciò il suo progetto, lo sottopose al Papa, il quale lo fece anche per-

  1. A. Rosmini, Commentario cit., parte I, pag. 32 a 52.
  2. A. Rosmini, Commentario cit., parte I, pag. 54 e 55.