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— Chi? — Un ministro — Phuum! Da due anni in qua ne abbiamo avuti tanti di ministri di ogni genere, che se ne potrebbe formare una legione. — Eh! ma questa volta abbiamo dato proprio nel buono, nell’eccellente, nell’ottimo, un ministro modello... appunto, appunto, appunto come lo cercavamo, pratico del mestiere, scaltro, malleabile... — Chi? — E quel che è più, di buona scuola, elastico, cosmopolita... — Ma chi? — Niente meno che la creatura di quella buon’anima di Guizot! — Diamine! davvero che i nostri padroni hanno buon naso! Adesso che il nostro paese va ad essere giuocato a scacchi nei gabinetti dei diplomatici, avremo anche noi un giuocatore di qualità. — Ma siete veramente sicuro...— Sicurissimo... perchè l’organo non ha ancora suonato, ma suonerà lunedì; poi la cosa è nella bocca di tutti, e se non accade sarà per una delle solite fatalità, che talvolta intralciano le più belle operazioni. Per esempio, potrebbe darsi che la repubblica di Francia non s’accordasse ad aprire corrispondenza con un servitore umilissimo del glorioso ex-re dei Galli, ed allora la cosa soffrirebbe, forse, un ritardo. Ma vi ripeto che sarebbe una disgrazia, perchè di un uomo che sappia l’arte di baloccarsi ne abbiamo propriamente di bisogno! — E credete che il signor Conte accetterà?... — Oh! accetterà sicuro. Figuratevi! Piuttosto farà qualche modificazione alla teorica del maestro, perchè ha visto che i suoi calcoli fanno fare dei magnifici capitomboli. Ma, del resto, un portafoglio non è mica una bagattella. Vedete voi come se lo tengono stretto i nostri ministri attuali? Fra l’essere ministro e non esserlo, vi è la stessa differenza che corre fra l’unità e lo zero. Basta: stiamo a vedere. Se è rosa fiorirà»1.

Il giornale umoristico della rivoluzione romana metteva anche, come si è veduto, in rilievo - cosa che facevano poi molti altri giornali - l’inopportunità della scelta del Rossi, orleanista puro, di fronte alla opinione pubblica francese, in quel momento.

Ma la Pallade, per esempio, giornaletto popolare, di opinioni avanzatissime e diffusissimo, di cui erano, allora, principali collaboratori il dottor Giuseppe Checchetelli, il dottor Filippo Meucci, Cesare Bordiga e l’avvocato Edoardo Teodorani, accoglieva il

  1. Don Pirlone, giornale di caricature politiche, del 15 settembre, n. 12.