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capitolo quarto 215

potente in lui, facendogli scorgere soltanto la parte esterna di quella situazione e arrestando e, per dir cosi, incatenando il suo sguardo sulla superficie di essa, gli consenti solo la visione delle difficoltà esteriori, che stimò superabili e che lo allettavano appunto perchè richiedevano energia e lotta, e lasciavano aperto l’adito alla speranza della vittoria.

E solo queste seconde considerazioni, aggiunte alle prime totalmente disinteressate e patriottiche, potrebbero spiegare come un velo così denso ottenebrasse quella vista, di consueto tanto chiaroveggente, da impedirle di vedere la falsa posizione che egli stava per prendere, la cerchia fatale e senza uscita in cui egli si andava a rinchiudere volontariamente, la inutilità e la impossibilità dell’impresa a cui si accingeva.

E in vero l’Allocuzione del 29 aprile e i successivi fatti sia interni - invasione austriaca, assalto di Bologna, atteggiamenti antiguerreschi e antipatriottici di Pio IX - sia esterni - rovesci delle armi piemontesi, atteggiamento dispotico e reazionario di Ferdinando II, armistizio Salasco - avevano separato sempre più Pio IX dagli Italiani ed esaltati questi sino al parossismo: una riconciliazione fra essi era impossibile: il Papa era tornato Papa e gl’Italiani rimanevano Italiani; questi volevano la guerra e quegli non la voleva, questi volevano la libertà e quegli non la voleva: dirò di più, gl’Italiani non potevano più non volere guerra e libertà, Pio IX non poteva più assolutamente volere nè l’una, nè l’altra: l’esperimento della conciliazione fra i due uffici e i due poteri Pio IX l’aveva fatto in buona fede: l’esperienza dei fatti aveva dimostrato l’inconciliabilità, l’incompatibilità assoluta di quella duplice missione: costretto a scegliere e a uscire da quella contraddizione, Pio IX aveva scelto, come inevitabilmente doveva scegliere, aveva lasciato la libertà per l’autorità, l’Italia per la Chiesa, la patria pel cattolicesimo: ubi maior, minor cessat: egli aveva ripreso la via del santuario per serbare intatte le tradizioni, tutelati i diritti e gli interessi della Chiesa, cioè l’assolutismo dogmatico; gli altri correvano, ormai, tumultuariamente, all’impazzata, per la via a cui i loro fati storici li traevano e a capo alla quale, o tosto o tardi, dopo molti errori, dopo molte sciagure, non ostante il Papato, ai danni del Papato, avrebbero trovato la loro patria ricostituita e redenta.