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ostacoli ed inciampi là dove dovrei trovare incoraggiamento ed aiuto. Io farò nondimeno ciò che potrò per soddisfare la mia coscienza di uomo, di cittadino, di italiano, lasciando, come ho sempre fatto, i miserabili e i pazzi agitarsi e abbaiare a loro agio».

Ma questa lettera, che dice molto, non dice tutto. Non entrò pure in quella deliberazione l’ambizione sua e l’interesse personale? Oltre la persuasione - fallace del resto - di poter riuscire utile alla patria, che egli, senza dubbio, amava ardentemente, non è probabile che anche il pensiero di ricostitursi, per la quarta volta, la posizione perduta, di divenire il ministro costituzionale di Pio IX, di aver la gloria di riconciliarlo coi suoi sudditi, e raddrizzare la barca che - per usare una espressione di lui - faceva acqua da tutte le parti, e di coglierne lodi, onori e ricompense, concorresse a spingerlo alla accettazione del mandato, pur tanto difficile e tanto pericoloso, che gli veniva affidato?

Ciò da molti scrittori fu supposto e, a dire tutta la verità, è logico il supporlo, perchè è più vicino alla realtà e perchè è umano. E per quanto Pellegrino Rossi fosse un nobile spirito, un ardente patriotta ed un grand’uomo, non bisogna però - perchè sarebbe sciocca idolatria e smentita da tutta la storia della sua vita - immaginarlo diverso da ciò che egli era, immaginarlo un essere disinteressato da uscire dall’umanità per entrare nel sovrumano: tanto più che quella sua ambizione e quella sua considerazione della propria personalità e dell’interesse suo e della sua famiglia, che egli sempre amò e per il benessere della quale - a sua stessa confessione - sempre lavorò, erano cose legittime e giustificate.

Un’altra potente considerazione, evidentemente, deve aver contribuito a fargli accettare l’incarico affidatogli dal Papa, oltre le suaccennate, la sua adorazione per le juste milieu, la sua naturale inclinazione - dal suo dottrinarismo reso il suo sesto senso - eclettismo conciliatore1. La qual tendenza, onni

  1. Per questa inclinazione del Rossi all'eclettismo conciliatore vedi il Discorso del Conte avvocato Luigi Samminiatelli Zabarella nel citato volume per l’Inaugurazione del monumento nazionale a Pellegrino Rossi a Carrara, pag. 83 e Tullo Massarani, Carlo Tenca e il pensiero civile del suo tempo, Ulrico Hoepli, Milano, 1866, pag. 214.