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capitolo quarto 195

Ad affrettare sempre più questa evoluzione delle opinioni, dei sentimenti che gli eventi incalzantisi rapidamente compivano in centinaia di migliaia di coscienze, si agitavano — e come no? e perché no? — i carbonari, gli affigliati della Giovine Italia, tutti coloro che, per quindici, per venti, per trentanni, avevano carezzato altri ideali e li avevano riscaldati nell’animo, a prezzo di torture, di lacrime, di sacrifici negli ergastoli, nello vie spinosissime dell’esilio. E come mai e perchè mai i seguaci del Mazzini, che avevano sempre sperato e creduto nel suo verbo, come e perché mai non avrebbero dovuto avere maggior fede in esso, ora, ora che svaniva e si dileguava, come vaporosa nebbiuzza dinanzi al sole della realtà, il sogno che era stato l’ideale del Gioberti? Dal 16 giugno 1846 al 29 aprile 1848 una stella aveva guidato gl’italiani, quella profetata dal Gioberti, Pio IX; e fino a quel giorno l’autore del Primato era stato apostolo e duce: ora quella stella, avvolta in lividi nuvoloni, era tramontata, e il Gioberti non decadeva, ma precipitava nell’opinione degl’italiani. E siccome l’Italia si doveva e si voleva redimere, siccome lo straniero doveva essere cacciato dalla penisola, così gl’Italiani si volgevano ad una stella che lucciccava laggiù, in fondo all’orizzonte; onde dal 29 aprile 1818 al luglio del 1819 duce ed apostolo dominerebbe il Mazzini. Non si era potuto scacciar lo straniero e redimere l’Italia coi principi... era giunta l’ora di accingersi alla prova col solo aiuto dei popoli. Tutto ciò era logico, naturale, evidente, e perciò avveniva.

Né gl’italiani di quei giorni, spensierati, ingenui, inesperti, clamorosi ed entusiasti, imprudenti e imprevidenti, appunto come la gioventù, potevano vedere tutte le difficoltà, la levità, i pericoli di quella guerra di popolo: tutto è facile per la giovinezza inconsiderata: la baldanza, la fede, l’entusiasmo mostravano agevole l’opera, quasi sicura la vittoria: gl’inni, le poesie, le declamazioni dei circoli, le smargiassate e le notizie miracolose dei giornali: la rivoluzione a Vienna, in Germania, in Ungheria, in Polonia; e poi Dio lo vuole\ avanti, dunque, avanti! I desideri!, le speranze, le illusioni si scambiavano per realtà e nessuno vedeva e poteva vedere la mancanza di organizzazione, la deficienza di direzione, la nessuna esperienza nelle armi;