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non dottrinario - e lo Sturbinetti e l’Armellini e il Muzzarelli e il Potenziani e il Fabbri e il Pepoli, a Roma e da lontano, dentro e fuori delle due Camere, fecero di tutto per tener su l’idolo, che da sè si era spogliato della sua aureola e del suo manto di stelle e si era mostrato nel suo reale abito da prete; fecero di tutto, aiutati anche da una parte della stampa, per tener desto l’entusiasmo e viva la fede delle popolazioni in Pio IX; il Gioberti profuse tutta la sua autorità e tutta la sua popolarità per risvegliare fede ed entusiasmo... ma l’incantesimo era rotto, le larve erano sparite, e sul cielo di zaffiro si era delineata, circondata di nembi, dolorosa, terribile la realtà.

E meno male se il Pontefice avesse aiutato, coi suoi atteggiamenti e con le sue parole, tutti quegli sforzi dei costituzionali! Ma, a farlo apposta, il Papa non ometteva occasione, non lasciava sfuggire circostanza per mostrare apertamente il suo malanimo verso il Mamiani, verso il Marchetti, verso il ministero e verso la Camera dei deputati e verso la costituzione e verso le idee liberali. Egli non soltanto si sentiva realmente a disagio su quel letto di Procuste dello statuto, ma voleva che tutti si accorgessero di quel suo disagio e che tutti comprendessero ciò che egli tardi aveva compreso, ma sempre in tempo: il Pontefice della Chiesa cattolica non potere essere principe liberale, il dogma non potersi accordare con la costituzione. Due volte costrinse il ministero Mamiani a dimettersi, più volte si corrucciò con il Consiglio dei deputati e non valse neppure l’invasione dei suoi stati, operata dal maresciallo Welden, neppure l’eroica resistenza opposta dal popolo bolognese agli Austriaci e la rotta da quello a questi inflitta l’8 agosto, a rimuovere Pio IX dalla sua nuova politica ostile alle idee di libertà, ostile all’idea nazionale1.


  1. Per la ostilità di Pio IX contro il Mamiani ed il Marchetti e contro le Commissioni del Consiglio dei deputati c’è tutta una letteratura. Il Farini, il Ranalli, il La Farina, il Cattaneo, il Mestica, il Gasparri, il Gabussi, il Torre, il Rusconi, il Gioberti, il Ferrari, il Vecchi, il Perfetti, il Massari, il Perrens, il Garnier-Pagés, il Rey, il Ruth, il Reucklin, lo Zeller, il De La Forge, il Martin, il Fiatile, il Mamiani stesso, lo stesso Minghetti e molti altri storici, dal più al meno, la confermano tutti; e la confermano pure alcuni storici papalini, il Balleydier, il Lubienski, il De Saint-Albin e lo Spada, il quale confessa candidamente: «Noi troviamo giusto ciò che disse il Mamiani», cioè che sui portafogli non stavano corone di rose, ma di pungen-