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Se ho insistito a lumeggiare, con una certa sovrabbondanza, la politica guizottiana in Italia dal giugno 1846 al febbraio 1818, me ne vogliano dar venia i lettori: l’ho fatto perchè tale politica entra ed ha parte determinante nell’azione ulteriore e nell’ultimo annodi vita del Conte Pellegrino Rossi; gli errori di quella politica dottrinaria e fatale furono quelli che lo trassero a finire miseramente come fini.

Sul finire dell’anno 1847, mentre si annunciava la conclusione di una lega doganale fra il Re di Sardegna, il Granduca di Toscana ed il Papa, lega alla quale rifiutavano di accedere i due governi di Modena e di Parma, come quelli che erano vassalli dell’Austria, mentre fra grandi feste si era inaugurata la Consulta di stato che aveva, finalmente!, iniziati i suoi lavori, mentre si era radunato, fra feste grandi, il Consiglio del restituito Municipio romano, mentre si pubblicava un nuovo motu proprio papale col quale si apriva l’accesso ai laici nel Consiglio dei ministri, mentre una circolare del Cardinale Ferretti, segretario di stato, esplicava la legge della censura sulla stampa, il giornalismo prosperava, i Circoli si organizzavano, il popolo leggeva, discuteva, sempre più si animava, e applaudiva alla disfatta del Sonderbund e gridava contro i gesuiti; e i partiti, ormai delineati, si venivano preparando alla lotta, quantunque nelle principali questioni, come quella della libertà e della indipendenza, ancora comuni fossero gl’ideali tanto dei moderati come dei democratici. Pio IX, sempre più attratto e sbattuto di qua e di là, sempre agitato da timori e da scrupoli, dal desiderio degli applausi e dalla speranza di trovar modo di arrestarsi una buona volta su quella discesa, per la quale egli si era spensieratamente messo e in cui stimolato, incalzato, sospinto, egli scivolava, con rapidità vertiginosa, senza sapere dove andrebbe a finire e atterrito sinanche di guardarne il fondo, Pio IX, a cui i gesuiti, i gregoriani, i sanfedisti tutto il giorno rintronavano gli orecchi di voci paurose sui danni della religione, sulla ruina del Papato, sullo sfacelo della Chiesa, godeva ancora di quasi tutta la pri-

    non intende i boati del terremoto ruggenti in Francia e non scorge neppure uno dei segni precursori del nubifragio che, fra tre mesi, ingoierà lui, il suo padrone, il suo sistema e la dinastia che, in quel sistema, aveva le sue fondamenta!