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capitolo terzo 123

a tutti gli urti, a tutte le offese, a tutti i danni che loro deriverebbero dal cozzo con la civiltà, con la scienza, con la umanità, o se, mutando indirizzo, si dovesse procacciare di conciliare, possibilmente e fin dove erano conciliabili, le aspirazioni, gli interessi, i diritti della Chiesa e del dominio politico dei Papi con quelli della civiltà, della scienza e dell’umanità.

Tutto ciò istintivamente, confusamente sentivano, meglio forse che non intendessero, i più di quei quarantanove Cardinali; tanto è vero che la lotta fu breve, sebbene accanita, che il conclave durò tre soli giorni, che la elezione del nuovo Pontefice fu quasi fulminea. E quelli che la decisero così rapida furono proprio i partigiani della immobilità reazionaria gregoriana: perchè, quando, al primo scrutinio, la maggioranza dei Cardinali, sui cui temperamenti esercitava una influenza determinante il clima storico, videro raccogliersi diecissette voti sul nome del Cardinale Luigi Larnbruschini, l’antesignano della politica di reazione, quella maggioranza, quasi tumultuariamente, si raccolse ad un tratto sul nome che aveva ottenuto più voti dopo quello del Lambruschini, sul primo nome che le capitava innanzi - non curando neppure se quel nome fosse oscuro, nè se colui che lo portava fosse 0 non fosse sapiente, dotto, esperto delle politiche bisogne - si raccolse sul nome di colui che si presentava, al primo assalto, come antagonista o vero, o supposto, del continuatore politico di Gregorio XVI. E il Cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti fu eletto Pontefice della Chiesa cattolica, con trentasei suffragi su quarantanove votanti, al quarto scrutinio. Quei trentasei Cardinali, senza neppure lontanamente immaginarselo, furono gli inauguratori della grande rivoluzione che, nel 1848-49, sconvolse l’Europa1.

Già dissi in un altro mio volume2 come del Pontefice Pio IX, fra completi e incompleti, fra i più veridici ed imparziali e i più

  1. «L’ultima rivoluzione italiana è stata cominciata a Roma dal sacro collegio il giorno in cui i Cardinali elevarono Pio IX alla tiara pontificia. Da Roma, come dal cuore d’Italia, è partito questo movimento intellettuale e morale che in pochi giorni, si è propagato in tutta la penisola». J. F. Perrens, Deux ans de révolution en Italie, Paris, L. Hachctte et Cie, 1857, Préface, pag. 3.
  2. Ciceruacchio e Don Pirlone, ricordi storici della Rivoluzione romana dal 1846 al 1849 con documenti nuovi, Roma, Forzani e C. tip. del Senato, 1894, vol. I, cap. I, pag. 48 e 49.