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pure essi se ne avvedessero - nell’animo di molti ecclesiastici un indistinto desiderio di miglioramenti morali e materiali da introdurre nel governo temporale degli stati romani.

Da altra parte un movimento, da prima inavvertito, ma che ad ogni di si veniva facendo più manifesto, un movimento di odio contro gli Austriaci usurpatori ed oppressori avveniva in Lombardia; un dissidio che aveva per cause immediate divergenze d’interessi commerciali, ma sotto al quale si agitavano - coscienti o inconscienti che ne fossero gli uomini - ragioni politiche, si veniva esplicando fra il governo austriaco e il piemontese; e fra le serie e forti popolazioni subalpine serpeggiavano quasi audaci patriottiche aspirazioni a civili riforme.

Recenti ancora risuonavano i lai delle madri e delle mogli dei Bolognesi o morti, o dannati a grave prigionia o all’esilio nei movimenti insurrezionali del 1843; calde erano le ceneri e vivissimi il ricordo e il rimpianto dei generosissimi fratelli Bandiera e dei loro eroici compagni d’azione e di sacrificio; ed era di ieri il manifesto dei ribelli di Rimini, a cui serviva da terribile commento - un vero processo contro il governo dei preti il libercolo di Massimo D’Azeglio, Gli ultimi casi di Romagna.

Man mano che i Cardinali giungevano al conclave, giungevano 0 portate da essi, o inviate dai vescovi, le rimostranze sciatte e sottoscritte dalle magistrature e dai personaggi più autorevoli delle provincie, invocanti riforme civili ed amministrative: quelle rimostranze non erano altro che le pacifiche e officiali manifestazioni del malumore, del malcontento che agitavano la grande maggioranza delle popolazioni dello Stato romano.

Tutti questi fatti riuniti insieme costituivano i fluidi aereiformi componenti l’atmosfera satura di elettricità che incombeva su Roma, allorché, il 14 giugno 1846, vi si riuniva il conclave.

Quell’atmosfera incombeva anche sui porporati che vi si riunivano: essi pure, forse inconscientemente, subivano l’influenza di quella elettricità: le condizioni della Chiesa erano gravi, quelle dello stato gravissime: importantissima, quindi, e quasi decisiva la elezione che essi stavano per fare. Si trattava di definire se la Chiesa e lo stato sarebbero ancora condannati a restare immobili entro la cerchia dogmatica e reazionaria in cui li aveva circoscritti la fratesca ostinazione di Gregorio XVI, esposti ancora