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Francia, accolto malamente da molti e considerato quasi come un usurpatore, egli aveva finito, adoperando tutte le tante e rare doti onde gli era stata larga natura e che egli aveva sviluppate meravigliosamente con lo studio e con l’arte, per mettere il governo costituzionale di Luigi Filippo nell’alternativa di nominarlo o ambasciatore a Roma, o ministro di stato.

Ora si è tentati, anzi si è forzati a domandarsi, a questo punto, quali dunque e quanti erano i fascini dell’ingegno, della dottrina, dello spirito, della parola accumulati in quella strana, poderosa, alta personalità, e quanto irresistibili quei fascini se quell’uomo era potuto riuscire a vincere le gelosie e le invidie dei colleghi di cattedra, a sopraffare lo chauvinisme geloso ed esclusivo dei Francesi, a conquistare da per tutto, al Collegio di Francia, alla Scuola di diritto, all’Accademia, nel Consiglio del contenzioso, al ministero degli esteri, nel Consiglio reale della istruzione pubblica, alla Camera alta, nella stampa periodica un posto eminente, se era riuscito ad imporsi, contro tanti ostacoli, a traverso tante difficoltà, se era riuscito ad attrarre a sè e quasi a dominare il Re dei Francesi e i suoi ministri, se, di fronte alle prevenzioni le più ostili per lui, era riuscito a rendersi benevoli il Papa, i Cardinali e la parte migliore della Roma pontificia?...