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«il Cardinale Lambruschini in occasione della sua festa1 e egli stesso ha voluto entrare in argomento. La conversazione è stata più che mai amichevole, intima, confidenziale: io sono ora sicuro che egli comprende le necessità della nostra situazione politica, le imprudenze dei gesuiti, del clero e dei loro amici e che egli si adopra sinceramente a conciliare l’adempimento dei nostri desiderii con gli espedienti che richiedono le ripugnanze del Santo Padre per tutto ciò che colpisca, con clamore, una Congregazione religiosa. Siccome però è al fatto che noi teniamo e non al clamore, così ho lasciato intravedere al Cardinale, per spingere alla riuscita il negozio, che, purché il fatto si compia, io non solleverò cavilli sulla scelta dei mezzi2. E proprio in un colloquio, di poco anteriore a quello del 21 giugno, a cui qui allude il Rossi nella sua lettera al Guizot, deve essere avvenuto il fatto narrato dal Rossi al Minghetti e da questo conservatoci nei suoi Ricordi. Il Minghetti, dopo aver affermate vere tutte le cose fin qui narrate, aggiunge: «Ma non è vero che il Larabruschini fosse, per dir cosi, colpito dalla saviezza di quegli ammonimenti, e che, aperte le trattative, fin dal primo abboccamento tutto fosse concluso. Anzi le cose procedevano così lentamente e così svogliatamente che il Rossi disperava di condurre a termine il negozio. Come poterono esse ravviarsi? Il Rossi narrava il fatto cosi: “Una sera, dopo lunga conversazione col Cardinale Lambruschini, nella quale non s’era fatto un passo verso un accomodamento, io pronunciai, balbettando, qualche parola che esprimeva la mia mala contentezza. Il Cardinale ne intese parte e parte ne fraintese e, con piglio crucciato e preso da turbamento, mi disse: Comment donc, monsieur l’ambassadeur, vous voudriez prendre vos passe-ports? Quell’atto subitaneo, la voce alterata mi dimostravano — aggiungeva il Rossi — che il solo mezzo di conseguire l’intento era di avvalorare quel dubbio. Il porporato adunque avea paura di un dissenso manifesto con la Francia e, peggio ancora, di uno

  1. Il Cardinale Lambruschini si chiamava Luigi, e il 21 giugno è la festa di san Luigi Gonzaga e il Rossi, con abile e delicato pensiero, era andato a fargli i suoi augurii.
  2. Lettera di P. Rossi al ministro Guizot, in data 21 giugno 1845, nelle Mémoires dello stesso Guizot, loc. cit, pag 480.