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— Lei è peggio degli industriali padri di famiglia, — mi disse, ma quelli almeno erano uomini coi baffi e hanno fatto Torino.

— Non ho famiglia e non ho ancora i baffi, — dissi.

Morelli si guardò intorno.

— Una c’è stata che ha fatto sul serio, — dissi, — quella ragazza Mola...

— Lei crede? — disse dubbioso. Poi s’irritò improvvisamente. — Val la pena lavorare notte e giorno per la famiglia. Se avessi io una figlia che mi fa di questi giochi l’avrei già chiusa in un convento... Una volta ci sapevano fare.

— Io credo, — dissi guardandomi in giro, — che le ragazze nei conventi comincino sempre facendo l’amore insieme...

— Ma venivano fuori delle donne di classe, — saltò su Morelli, delle signore, delle vere padrone di casa. Almeno sapevano parlare.

— Mica che sia un grosso guaio, — dissi. — Le ragazze s’innamorano tutte di un’amica piú sveglia... Ma qui a Torino non prendono sul serio neanche queste cose. Sono tristi e hanno la nausea.

— Discutono... — disse Morelli.

E noi che cosa facevamo? Davvero che le sere quando riuscivo a cacciarmi sola in un cine, o il mattino quando mi trattenevo a prendere il caffè dietro una vetrina in via Roma, e nessuno mi conosceva, e facevo progetti immaginando di aver messo insieme chissà che negozio, erano i soli momenti belli di Torino. Il vero vizio, quello che Morelli non aveva detto, era questo piacere di starmene sola. Non sono le ragazze che stanno bene in convento, ma noialtri. Pensavo a quella nonna di Mariella, che a ottant’anni pigliava gusto a veder gente e ascoltare dal letto il baccano degli altri. Pensavo a Carlotta che aveva fatto la vita, e c’era rimasta. Tutto sommato, far la vita non è altro che sopportare una compagnia e portartela a letto anche se non ne hai voglia. Aver dei soldi vuol dire poterti isolare. Ma allora perché gli sfaccendati che hanno soldi, sono sempre in cerca di compagnia e di baccano?

Quand’ero bambina, invidiavo le donne come Momina, Mariella e le altre, le invidiavo e non sapevo chi fossero. Le immaginavo libere, ammirate, padrone del mondo. A pensarci adesso non mi sarei cambiata con nessuna di loro. La loro vita mi pareva una sciocchezza, tanto piú sciocca perché non se ne rendevano conto. Ma potevano far diverso? al loro posto avrei fatto diverso? Rosetta Mola era un’ingenua ma lei le cose le aveva prese sul serio. In


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