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torno alla nera farfalla di Loris che discuteva assalito da tre o quattro ragazze. Cosí per gioco, lui e gli altri s’erano bevuto tutto il cognac, e adesso vociavano come tori su non so che questione se nella vita si è se stessi o se si deva recitare. Mi stupí di sentire una magra ragazza — capelli a frangia, grosse labbra e sigaretta gridare il nome della bruna del veglione, Momina. — Momina l’ha detto, Momina l’ha detto, — diceva. Quando Mariella si cacciò nel gruppo, e intorno s’eran raccolti quei signori distinti, una voce malferma diceva: — chi fa all’amore si toglie la maschera. Si mette nudo — . Mentre Mariella provvedeva, mi volsi a Morelli. Aveva l’aria soddisfatta, guardava come portasse il monocolo. Gli sorrisi d’intesa, e quando mi fu vicino gli chiesi sottovoce perché non mandavano in giardino i piú cotti. — Starebbero al fresco e non darebbero noia.

— Non si può, — disse lui. — Se sconcezze si devono dire, bisogna che le signore e i padroni di casa le sentano. È piú regolare.

Gli chiesi chi fossero questi ragazzacci. Mi disse dei nomi, lasciò intendere che non era tutta gente per bene, che la gioventú s’era inquinata e s’inquinava — non faccio questione di ceto, perbacco — ma dopo la guerra, e anche prima, chi ci capiva piú niente? Secondo lui, ci si poteva mescolare alla gente soltanto sapendo bene chi fossimo noi. — E questi ormai non sanno piú chi sono né cosa vogliono, — disse. — Non si divertono nemmeno. Non sanno discorrere: gridano. Hanno i vizi dei vecchi ma non l’esperienza...

Io pensavo al vestito di tulle e fui per parlarne, per chiedergli se aveva piú sentito dir nulla della ragazza. Non lo feci, capii che in queste cose era testardo, che con tutti i suoi modi aveva il pelo sullo stomaco, era grigio, invecchiava. «Hai l’età di mio padre, — pensai, — sai tante cose e non sai niente. Lui almeno stava zitto e ci lasciava far noi...»

Morelli adesso litigava nel mucchio. Diceva a quello della barbetta a mosca che imparassero a trattare le signore invece di discutere tra loro di scemenze, che imparassero a vivere e finissero di crescere, e quello, si capisce, voleva convincerlo e portarlo a riconoscere che nella vita tutti recitiamo. Non avevo mai visto Morelli cosí seccato. Le signore si divertivano.

Colsi al volo Mariella che sorrideva disinvolta a un signore preoccupato, e la presi in disparte e le dissi che noi — cioè io — , avrei voluto salutarla e ringraziare della serata. Si stupí e mi disse


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