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22 febbraio.

Sei tornato a passar solo, la sera, nel piccolo cine, seduto nell’angolo, fumando, assaporando la vita e la fine del giorno. Guardi il film come un bimbo — per l’avventura, per la piccola emozione estetica o mnemonica. E godi, godi immensamente. Sarà cosí a settant’anni, se ci arrivi.

23 febbraio.

Qualcosa finisce. Te ne accorgi dal fatto che, quando ti abbandoni e ti siedi a fumare, sei inquieto e ansioso. Temi cose della pratica? No. Temi il tuo vuoto.

Questa città non ha ricordi.

24 febbraio.

Di nuovo solo. Ti fai casa di un ufficio, di un cine, di due mascelle serrate.

Nella storia di una passione la fine dovrebbe essere segnata dal rinato bisogno della casa, dell’isolamento.

26 febbraio.

Con gli altri — anche con l’unica persona che emerge — bisogna sempre vivere come se cominciassimo allora, e finissimo un istante dopo.

1° marzo.

Lei ha sempre fatto i suoi capricci e il suo comodo — ha chiesto, rifiutato, strappato — ma è stata cordiale, e si salva. Lui ha