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31 marzo.

peter wust, Incertezza e rischio.

p. 196. «In verità il primordiale incosciente istinto oggettivo di felicità della natura umana mira in prima linea a quella realizzazione dell’essere in cui raggiunge la sua perfezione personale, la sua salute eterna nel senso del compimento della sua natura. La tendenza all’endemonia che si agita nell’intima profondità dell’uomo, è dunque in primo luogo la sostanziale perfezione della sua forma, e soltanto in seconda linea il momento soggettivo della felicità, del riposo e dell’armonia definitiva dell’anima, connesso con questo momento oggettivo dell’endemonia».

4 aprile.

«Il est maintes aurores qui n’ont pas encore brillé: donne-nous de les voir, ô Varuna!» (Rig-Veda, II, -28, trad. Darmesteter su trad. M. Müller — Da Origine et développement de la Religion étudiés à la lumière des religions de l’Inde).

12 aprile.

Come può Dio pretendere le lunghe umiliazioni in preghiera, le interminabili ripetizioni del culto? Non ami tu d’istinto un rapido pensiero di riconoscenza, un’occhiata che ti lega il beneficato, e non aborri le lagnose espressioni di grazie? Tu non sei Dio, però...

La vera poesia georgica italiana — e insieme il solo naturalismo che si rispetti e s’accordi al nostro umore — sono le prose di coltivazione, Pier dei Crescenzi, Davanzati, Soderini, ecc. La descrizione è tutta schietta e, ciò che la risuscita, utilitaria. Qui un epiteto è davvero, sovente, un intero poema. Ciò che non succede dei versi dello stesso tempo.