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14 gennaio.
Noi tendiamo al dialogo, alla conversazione. Amiamo evitare le lunghe note informative (la narrazione), anzi anche queste le trasformiamo in discorso facendole in prima persona e colorite secondo il personaggio che le pronuncia. Cerchiamo insomma, nella narrativa, il teatro, ma non la scenica. Che venga dall’uso del cinema, che ci ha insegnato a distinguere tra visività e parola, che prima il teatro fondeva?
Ora accade che il cinema racconta visivamente, e il romanzo rappresenta verbalmente; e noi non vogliamo piú saperne di teatro, e quello del passato preferiamo leggerlo.
29 gennaio.
Ci si umilia nel chiedere una grazia e si scopre l’intima dolcezza del regno di Dio. Quasi si dimentica ciò che si chiedeva: si vorrebbe soltanto goder sempre quello sgorgo di divinità. È questa senza dubbio la mia strada per giungere alla fede, il mio modo di esser fedele. Una rinuncia a tutto, una sommersione in un mare di amore, un mancamento al barlume di questa possibilità. Forse è tutto qui: in questo tremito del «se fosse vero!» Se davvero fosse vero...
1° febbraio.
Lo sgorgo di divinità lo si sente quando il dolore ci ha fatto inginocchiare. Al punto che la prima avvisaglia del dolore ci dà