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agonia di una repubblica 17


Alla quale lettera, il fiero maresciallo rispose: che S. M. il suo amato Sovrano, essendo deciso a non permettere mai l’intervento di Potenze estere fra lui e i suoi sudditi ribelli, ogni speranza del Governo rivoluzionario era illusoria, vana, e fatta solamente per ingannare i poveri abitanti. E, come stretta finale, conchiudeva:


“Cessa dunque, d’or innanzi, ogni ulteriore carteggio, e deploro che Venezia abbia a subire la sorte della guerra„.



Se non che, interveniva intanto un fatto nuovo. Carlo Ludovico De Bruck, vecchio amico di Venezia e dell’Italia, interpretando la risposta di Manin come una buona disposizione a entrare in trattative col Governo di Vienna — ottenutone il consenso dal Consiglio dei Ministri, e proprio nel momento che il forte di Marghera era già caduto in mano degli Austriaci — diresse a Manin la seguente lettera:


Al signor Avvocato Manin,

Nella risposta da Lei data, il giorno 6 di maggio, al proclama del 4 dello stesso mese, di S. E. il Feld-maresciallo Radetzky, Ella fece allusione a dirette trattative col ministero Imperiale, per giungere ad uno scioglimento più facile e pronto.

Quantunque non saprei in che possano consistere queste trattative, pure, per esaurire ogni via di moderazione, sono autorizzato di prevenirla che mi trovo presente al Quartier generale presso Mestre, fino a domani alle ore 8 antimeridiane.

Mestre, 31 maggio 1849.

L’I. R. Ministro del commercio
De Bruck„.





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