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76 La Canzone del Carrroccio

convennero i ghibellini, nell’altra i guelfi. — I primi si elessero a condottiero Bonifazio de’ Lambertazzi, i secondi Baruffaldino de’ Geremei. Da quel dì innanzi il nome delle costoro famiglie divenne un grido di guerra... (Savioli) — ». Così si legge in Il Dominio della parte Guelfa in Bologna di Vito Vitale (Bologna, Zanichelli 1902).

Pag. 13, v. 4. — Nel 1185, quando Zuam era putto di 12 anni, Imperator Federicus et Pocaterra, ejus filius, intraverunt Bononiam; s’intende, con buona pace de’ Bolognesi. Matth. de Griff., Mem. Hist., p. 6.

Pag. 13, v. 13. — Fu nel 1223, secondo il medesimo cronista (p. 8): Sanctus Franciscus de Ordine fratrum Minorum primo praedicavit in platea communis Bononiae. Ma il tremuoto e la predica, a cui allude la canzone, avvennero sull’ultimo dell’anno precedente. Su che vedi il bellissimo libro del nostro Alfonso Rubbiani, La chiesa di S. Francesco in Bologna, Bologna, Zanichelli 1886, pag. 1 e e2. E si leggano qua e là i Fioretti, specialmente il cap. xxvi, il iv e il xv e altri.

Pag. 17, v. 4, e 6. — Lo statoio (stadûr) è una caviglia di ferro con grosso cerchio pendente in cima. Le zerle sono verghe, che servono come di timone ai bovi davanti.

Pag. 18, v. 1 sgg. — Armi da getto: Trabucchi, Mangani, Balestre grosse, Truli, saettamento. Armi dei milites o equites: Panceriam sive cassettium, Gamberias sive schinerias, collare, cirotica ferri, Cappellinam vel capellum ferri, Elmum el Lanceam, Scutum et Spatam sive Spontonem, et Cultellum et bonam sellam ad equum ab armis et bonam cervileriam. — Stat. Mut. 1328, lib. I, Rubr. 24 in Mur., Ant. It., diss. 26ª.

Vedi poi Salimbene, Ediz. dell’Holder-Egger, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XXXII, pagg. 36 e 60.