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74 La Canzone del Carrroccio

Verg. Georg., II, 146. Vennero poi i bianchi coi barbari. E si hà da credere, che non subito mettessero in bando i rossi, ma a poco a poco; chè nelle parti meridionali e specialmente in Sicilia i bovi rossi, magri, e corridori, tengono ancora il campo.

Pag. 8, v. 13. — E sul principio dovevano i coltivatori aggiogare il nuovo venuto bianco al vecchio bove indigeno robeo; se anche oggi, inconsapevolmente, il contadino romagnolo grida al suo paio, che è pur di due belli e grandi bovi bianchi: Bi e Ro; che sono le initiali di Bianco, e Rosso.

Pag. 11, v. 2. — Do, dei manenti, la definizione, che è negli Statuti Bolognesi del 1250 (I, pag. 481: ed. Frati): Manentes... appellamus qui solo alieno ita se astrinxerunt ut nec ipsi nec sui liberi invitis dominis a solo discedere valeant. E più genericamente ed esattamente in Ranfrido (l. c. pag. cit.): Manentes sunt qui in solo alieno manent, in villis, quibus nec liberis suis invito domino licet recedere. Io chiamo manenti i servi della gleba indigeni. Quanto agli arimanni è ancor controversa la loro origine e conditione. Certo gli arimanni del contado di Bologna non erano liberi, messi come sono a fascio con gli altri servi: Ordinamus quod aliquis non possit deinceps esse manente vel astrictus ascripticius, vel conditionalis sive arimannus... Ma quelli che erano già, rimasero. Per me gli arimanni erano servi della gleba, a condizione quanto si voglia mitigata, ma d’origine langobarda. Come si vedrà appresso.

Pag. 11, v. 8. — Nello statuto cxlv del 1250 si stabilisce, e ordina, che per amor di Dio, e della Beata Maria vergine si diano iohanni tonso, qui firmat et apperit portas stabule palacij communis bononie, pro suo merito et labore C. sol. bon. in festivitate omnium sanctorum (Stat. comm. Bon., II, 148). Nei medesimi, vol. III, 214, e ’15, si leggono altre provvidenze per il buon vecchierello, chiamato qui custode delle