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DOCUMENTI PARLAMENTARI

succedette per quelle di Sardegna, allorchè si discuterá il bilancio nel quale vi si chiederanno i fondi occorrenti per la loro ristaurazione e custodia; epperciò lo studio della Com- missione doveva restringersi alla necessitá e convenienza di consentire Pucquisto delle bocche da fuoco,

Conviene ricordare che nella parte straordinaria del bilaa- cio per l’anno 1854 fu ammessa la spesa di lire 118,800 per 30 obici da 22, e 60 cannoni da 24 di ferraccio, e che per compenso fu pure autorizzata la vendita di 50,136 chilo- grammi di bronzo vecchio pel valure di lire 125,325 in ra- gione di lire 2 50 al chilogramma; ora si propone di acqui- stare 2 obici da 22, e 24 cannoni da 40, e fu giá autoriz- zata nel bilancio attivo pel 1855 la vendita di chilogrammi 20,000 circa di bronze pel valore di lire 50,000 in ragione di lire 2 50 al chilogramma.

Stando alla relazione che precede il progetto di legge, queste bocche da fuoco sono destinate in parte alla rinno- vazione dell’armamento della piazza di Genova, in parte a quello delle batterie di costa. L’importanza della piazza di Genova non ha bisogno di essere dimostrata, e chi per poco prenda a considerare i progressi e le variazioni che tuttodi succedono nelle armi da guerra, si persuaderá della urgente necessitá di portare a compimento e mantenere l’armamento di quella piazza in correlazione colle innovazioni avvenute presso le altre nazioni e suggerite dall esperienza ; epperciò la Commissione non potrebbe non dare il suo voto favorevole all’acquisto delle artiglierie che occorrono per raggiungere ua tale scopo. La sola circostanza che la trátterrebbe dall’ac- cedere senz’altro alla fatta richiesta sarebbe il dubbio in cui è che si abbiano in pronfo, o possano aversi in breve tempo, gli affusti per quelle bocche da fuoco; poichè, se ciò non fosse sperabile, tanto varrebbe il non acquistare fe bocche da fuoco che lo averle in Genova senza potersene servire. Una parte degli affusti necessari si sa che sono ancora da fabbri- care, nè è presumibile che possano essere in pronto prima del 1856, e quindi resterebbe esclusa l’urgenza di questa spesa, nè il servizio pubblico o la sicurezza dello Stato, nelle attuali strettezze finanziarie, soffrirebbero menomamente dal differirla al bilancio del 1856, massime in vista del maggior valore del ferraccio.

Però la Commissione si è fatta carico di far chiedere spie- gazioni in proposito presso il Ministero della guerra, e le ri- sultò che diffatti il prezzo al quale oggi si avrebbero le boc- che da fuoco in Svezia è superiore a quelli praticati per lo passato, poichè si pagarono: i Nel 1852 i cannoni a L, 44 ogni 400 chilogrammi.

gli obici .» 44 id. Nel 1853 gii obici .» 48 id. Nel 1854 i cannoni .» 4i id. ° gli obici .» 37 id.

non comprese ben inteso le spese di trasporto e di prova; per cui le bocche da fuoco poste in Genova, rinvengono in media a circa 60 lire i 100 chilogrammi; ma il Ministero crede che anche con quella differenza in piú sia conveniente fare il con- tratto ora, perchè, se la guerra nel Baltico si facesse seria, ciò che è probabilissimo, non si potrebbe essere sicuri di ottenerle piú tardi nelle fonderie svedesi, e tutt’al piú si do- vrebbe ricorrere alle inglesi e belgiche, ove i prezzi sono piú elevati, e la qualitá del ferraccie è inferiore. A ciò si po- trebbe obbiettare che, essendo noi alleati colla Francia e col- PInghilterra, non avremo a temere le conseguenze di quella guerra, e che in qualsiasi circostanza non ci mancheranno le artigliere; ad ogni modo però, lasciando da parte tutte le considerazioni di eventualitá, trattandosi che la metá della

spesa è giá compensata colla vendita di bronzo autorizzata nel bilancio attivo, e che conviene avere comunque le bocche da fuoco di grosse calibro che si domandano per le batterie di mare, non esita la Commissione ad ammettere la nuova spesa da farsi integralmente nel 1855.

Due cose în questa circostanza non sfuggirono alla Com- missione, le quali essa crede debbano dal Governo essere prese in seria considerazione. La prima è la vendita continua che si va facendo di bronzo vecchio per sopperire ai nuovi acquisti di ferraccio. Dai riscontri avuti risulta che il fondo esistente di tal bronzo non è molto vistoso pei bisogni che possono occorrere, massime nelle attuali circostanze di guerra, e che non può essere prudente spropriarsi di tal me- tallo a prezzo vile, per poi doverlo ricomperare a prezzo doppio e forse piú, come altre volte succedette. Il bronzo da rifondere esistente ascende ora a chilogrammi 62,000, ma il fondo di cannoni ed obici da campagna non è tale che non si debba pensare a provvederne per qualsivogiia contin- genza ; quindi, nel mentre la prudenza consiglia che non si scemi quel fondo, si può dire che esso è indispensabile pei nostri bisogni. .

La Commissione non ignora che fin dal 1851 il Governo ha deliberato che tutte le artiglierie delle fortezze di terra deb- bano essere di ferraccio, e quindi che le 700 circa bocche da fuoco di bronzo ivi esistenti siano cambiate ; da ciò forse si potrebbe inferire che di bronzo non si scarseggia, e che in qualunque evento non si ha che a ridurre quelle artiglierie all’aso che si stimerá; ma vuolsi ritenere che la surrogazione delle bocche da fuoco esistenti non si potrá mai operare se non di mano in mano che si avranno quelle di ferraccio, nè perciò si potrá prescindere dal fare assegnamento sul bronzo fuori servizio pei bisogni dell’esercito; e conviene pure rite- nere che il bronzo in grande quantitá non essendo una merce che trovi molti acquisitori, massime dopo che per vari usi se gli è sostituito il ferraccio, il suo valore andrá sempre sce- mando, si dovrá sempre dare a vil prezzo, e nvn saranno mai operazioni proficue all’erario le vendite di esso, ma bensí speculazioni proprie di chi non ha altre risorse. Per tali mo- tivi la Commissione non può fare a meno di raccomandare al Governo di andare a rilento nel proporre simili vendite al solo oggetto di far denari, ma riservarle per operazioni piú utili che potranno presentarsi.

Una seconda osservazione si affacciava alla Commissione a proposito del ‘progetto di legge în discussione. Da quanto precede sí rileverá facilmente che le provviste di artiglierie di ferraccio non avranno termine con quella che ora ci si chiede, e molte ne abbisogneranno ancora, non solo per le fortezze marittime, ma anche per surrogare quelle di bronzo delle fortezze di terra. Cotale previsione fece portare l’atten- zione su di una questione d’ordine interno che dai dati che sí sono raccapezzati si può dire pregiudicata; essa è quella di vedere se non sia opportuno ed utile lo avere nel paese una fonderia di ferraccio la quale possa provvedere al Go- verno le bocche da fuoco che gli sono necessarie sia per Partiglieria di terra che pei bisogni della marina militare, in modo da non dover piú essere tributari all’estero per que- st’oggetto.

Le difficoltá che deve necessariamente incontrare dal lato economico lo stabilimento di tali fonderie per mezzo dell’in= dustria privata sono molte; nè occorre qui enumerarle; solo si citerá per provarlo il tentativo falto infruttuosamente, or son vari anni, dai signori Frèéres Jean di Savoia; ma se per tal mezzo si vuol tenere quasi impossibile il raggiungere lo scopo, diversamente dovrá procedere la bisogna, se il Go-