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documenti parlamentari


desimo, e di quei lumi che già potevansi trarre dall’antecedente esperienza fatta sull’altro piano inclinato di Dusino, sia riguardo alla conservazione della via ferrata, sia alla consumazione del combustibile, sia infine per là manutenzione delle potenti macchine locomotive, si può stabilire che anche nello stato attuale del movimento di merci e di passeggieri che può ripromettersi dalle relazioni e dal commercio di Genova, e valutando pure il combustibile ad un prezzo notevolmente minore di quello a cui si è alzato attualmente, l’economia totale non sarà minore di 144,000 lire all’anno, delle quali la metà, cioè 72,000 lire circa cadranno a vantaggio della finanza. Ma questo vantaggio si farà di gran lunga maggiore quando il movimento commerciale di Geaova otterrà quello sviluppo che non gli può mancare col miglioramento delle condizioni del suo porto, coi facilitati mezzi di scarico e di magazzinaggio, ed essenzialmente col diffondersi della rete delle strade ferrate nell’interno dello Stato, e col loro connettersi alle ferrovie dei paesi vicini. Non parrà esagerazione il supporre che l’attuale movimento abbia a raddoppiare; ed allora anche durante il privilegio degli inventori, sarà più che doppia l’economia fatta sulle spese dell’esercizio; perchè quelle principalmente che si riferiscono alla manutenzione della via e quella delle macchine, crescono in una proporzione maggiore; mentre invece quelle della propulsione idropneumatica, consistenti essenzialmente nell’interesse del capitale impiegato ad attuarne il sistema crescono in una proporzione molto minore. Oitrechè, come già sopra dicevasi, quello che è essenziale a notarsi sono le difficoltà grandi e forse l’assoluta impossibilità d’assicurare un sollecito e ben ordinato servizio colle locomotive, quando il movimento commerciale di Genova, condotto ad un giornaliero trasporto di 900 e più tonnellate di merci per giorno, dovesse avere sfogo per convogli ridotti alla misura di 78 od 80 tonnellate al più di peso brutto, che vuol dire dalle 43 alle 50 tonnellate di peso di mercanzie effettivamente trasportate rimontando; tanto più che conviene pur tenere conto delle continue ridiscese delle locomotive, sia per trainare verso Genova, sia in ogni caso anche vuote per ritornare all’origine del piano inclinato.

Finalmente vuolsi considerare che quel vantaggio notevolissimo che nel rispetto economico si otterrà fin d’ora, e che crescerà rapidamente col crescere del movimento commerciale del porto di Genova, verrà a raddoppiarsi ad epoca non lontana, cioè quando s’estinguerà il privilegio accordato agli inventori del sistema di propulsione. Allora, restando ogni cosa in libera proprietà del Governo, tutt’intera l’economia verrà a profitto delle finanze.

Questi motivi fanno confidente il Ministero che vi piaccia, o signori, accordare la vostra approvazione alla stipulata convenzione, e che vogliate farlo con quella sollecitudine che è domandata dall’importanza di affrettarne quanto più si possa l’attuazione, tanto per l’interesse delle finanze, quanto per l’utilità che il commercio trarrà da un servizio più sicuro e più pronto.

PROGETTO DI LEGGE.

Art. 1. È approvata la convenzione seguita il 28 marzo 1854 tra le finanze dello Stato e gli ingegneri Severino Grattoni, Sebastiano Grandis e Germano Sommeiller, in ordine all’applicazione del sistema di propulsione idropneamatica al piano inclinate dei Giovi.

Art. 2. È autorizzata la spesa di lire novantamila da stanziarsi sul bilancio passivo del Ministero dei lavori pubblici per l’esercizio 1854, occorrente per l’effettuazione dell’esperimento di cui è cenno all’articolo 2 della suddetta convenzione,


Convenzione tra le finanze dello Stato ed i signori ingegneri Severino Grattoni, Sebastiano Grandis e Germano Sommeiller perlo stabilimento del sistema idropneumatico sui piani inclinati dei Giovi.


L’anno del Signore milleottocento cinquantaquattro, in Torino, in una sala del Ministero di finanze,

Si premetteche, nella previsione di poter applicare ai piani inclinati dei Giovi il sistema di propulsione idropneumatica, ideato e comunicato dai signori ingegneri Severino Grattoni, Sebastiano Grandis e Germano Sommeiller, il Governo abbia colla scrittura stipulata addì undici novembre milleottocento cinquantatrè col signor cavaliere Paolo Antonio Nicolay, in addizione e modificazione d’altra precedente in data ventisette maggio dello stesso anno, intese alcune basi di convenzione dirette ad assicurare, all’evenienza, l’attuazione del sistema medesimo. Che, avendo ora i predetti ingegneri Grattoni, Grandis e Sommeiller proposta l’applicazione di siffatto metodo ai piani inclinati dei Giovi, dopo discusse tra essi ed i signori ministri delle finanze e dei lavori pubblici le basi regolative del contratto, abbiano le parti dichiarato di volerne far risultare per apposita convenzione, coll’espressa riserva che questa non s’intenderà valida e definitiva, se non sarà approvata per legge.

Quindi è che si sono personalmente costituiti avanti di me, direttore capo di divisione nel Ministero di finanze, ed alla presenza dei signori Gaetano Eustachio Berta ed Angelo Giuseppe Binelli, testimoni idonei e richiesti, gli illustrissimi signori conte Camillo Benso di Cavour, ministro delle finanze, e commendatore Pietro Paleocapa, ministro dei lavori pubblici, da una parte; e dall’altra i signori ingegneri Severino Grattoni, Sebastiano Grandis e Germano Sommellier, i quali hanno inteso e convenuto quanto segue:

Art. 1. I sigaori ingegneri Severino Grattoni, Sebastiano Grandis e Germano Sommeiller, autori della macchina idropneumatica per la compressione e la rarefazione dell’aria, si obbligano di stabilire sui piani inclinati dei Giovi i loro apparati unitamente a tutti gli altri meccanismi necessari per ottenere la locomozione su questa parte della ferrovia dello Stato, col mezzo dell’aria compressa, e ciò alle seguenti condizioni:

Art. 2. Prima d’intraprendere lo stabilimento definitivo del sistema, si farà un’esperienza tendente a dimostrare la efficacia della macchina idropneumatica e del tubo propulsore.

A questo fine si costruirà un apparecchio completo con una lunghezza di tubo propulsore di duecento metri almeno. L’esperimento avrà luogo sopra un tratto di ferrovia provvisoria, da stabilirsi in sito conveniente lateralmente alla strada del Governo.

Le spese dell’esperimento non potranno sorpassare la somma di ottanta a novanta mila lire, esse saranno interamente a carico dell’amministrazione; ma, in caso di non favorevole riuscita, gl’ingegneri Gratloni, Grandis e Sommeiller dovranno rimborsare al Governo le spese che gli avranno cagionate. L’esecuzione e la sorveglianza dei lavori saranno poste sotto il controllo esclusivo dei predetti ingegneri, i quali si obbligano a non produrre alcun incaglio nel