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sessione del 1853-54


sercizio di questo tronco in confronto di quello che parie dalia stazione di Genova proviene dallo schivare ii piano inclinato in città, il cui esercizio è passivo colle vigenti tariffe.

Il tronco di ferrovia proposto d.1 ministre parte dal nuovo scalo, percorre la galleria da costrursi dal comune concessionario, quindi raggiunge il tronco già esistente di ferrovia costrutto pel trasperto del pietrame dalla cava della Coscia ai lavori in Polcevera,

La spesa necessaria componesi di lire 46,000 per coordinare il tronco già esistente ora detto fino cll’imbocco della galleria, e per l’armamento della ferrovia nella galleria; e della metà del costo dello scalo e galleria da rimborsare ad opera compita al comune di San Pier d’Arena, L’imporfo di questi lavori può variare, per la tangente allo Sfafo, da lire 204,557 a lire 179,165 secondo che sarà necessario 0 no di rivestire in muratura fa galleria; nè vi ha a temere un’eccedenza di spesa essendo la perizia redatta da un abile ingegnere, e riconosciuta esalta dal Consiglio delle strade ferrate,

Passando all’esame del capitolato di concessione della ferrevia al comune di San Pier d’Arena, la Commissione riconobbe i vari miglioramenti dal ministro introdotti nel primo progetto, e segrafamente quello all’articolo primo, nel quale si dichiara il modo di liquidazione nel caso di decadenza; e introduzione dell’articolo 32 il quale obbliga il comune concessionario a cedere, mediante pagamento, la proprietà allo Stato di metà dello scalo e della galleria, e prescrive le garanzie Necessarie ad accertare il Governo della buona ese. cuzione dei lavori.

Un commissario, persuaso che la presente concessione è molto favorevole al comune, fece osservare che ad esso non è imposto onere veruno, e propose che la spesa dello scalo e della galieria rimanesse a suo folale carico, mantenendo ben inteso allo Stato il diritto di valersi dell’uno e dell’altra.

Questa proposizione non fu ammessa sul riflesso che la ferrovia dello Stato, la quale percorre con locomotive un troneo più breve e quasi parallelo a quello del comune, assorbirà tutto il commercio di transito, così che quest’ultima servirà poco presso pel solo trasporto ai magazzini della mercanzia che si ferma, e il reddito di questo tronco non sarà così grande come poteva sperarsi nel primo progetto. Lo Stato ottiene a metà prezzo la galleria e lo scalo, l’utilizzazione di un tronco di ferrovia già esistente e chie andrebbe perduto, cosicchè la maggioranza della Commissione non crede conveniente imporre quest’onere alla comune, la quale dichiarò assolutamente non potervi sottostare,

La durata della concessione di 99 anni parve ad alcuno dei commissari troppo lunga, La maggioranza della Commissione, osservando che eguale durata fu concessa alle altre ferrovie; che il diminuirla potrebbe influire sull’esito della strada stessa, e che la ferrovia del Governo ne deteriera la condizione, è d’avviso che si mantenga questa durata, come insta il comune con suo ordinato del 10 corrente.

La Commissione esaminò in seguito se questa concessione non recherà darino alla città di Genova, ed osservò:

Che il comune di San Pier d’Arena essendo come un sobborgo della città, della quale costituirebbe già fin d’ora un ingrandimento se non vi si opponesse il promontorio fortificato della Lanterna, comuni sono gli interessi alla città di Genova ed al municipio di San Pier d’Arena;

Che l’area utile per fare magazzini in città, assai ristretto, non può essere aumentata, non convenendo fare magazzini in collina lontani dagli scali e dalla ferrovia: circostanza che fu già dal commercio sentita e per la quale sonosi eretti moltissimi magazzini in San Pier d’Arena anche da Genovesi;

Che un piccolo scalo non può assorbire tutti gli altri nel porto esistenti;

Infine che il commercio della città non può temere di vedere i suoi magazzini abbandonati anche dopo la costruzione di un dock, quando fatta la ferrovia pel Lucmagno e la congiunzione colla ferrovia centrale d’italia, la città diverrà emporio commerciale di gran parte d’Europa, avvenimento che da tutti è icnuto per certo.

Con due petizioni, n° 5381 e 5390, vari barcaiuoli e braccianti di San Pier d’Arena si richiamano contro il progetto in discorso, allegando quest’opera essere dannosa ai loro interessi. I petenti ammettono l’utilità e convenienza di questa strada dal porto ai depositi e magazzini in San Pier d’Arena, riconoscono l’aumento di commercio che ne deriverà, e conchiudono assai stranamente che, scemando il trasporto per mare dal porto alla spiaggia di San Pier d’Arena e viceversa, ne possa essere rovinata la maggior parte degli abitanti di quel comune, a cui sarebbe tolto tutto ad un tratto il lavoro.

Avvertendo prima che ciò non avverrà, richiedendosi un tempo non minore di due anni per costrurre la strada progettata; che, se mancherà il lavoro pel trasporto di mare, si accrescerà immensamente il lavoro nei magazzini, si osserva che il trasporto con battelli che i petenti vorrebbero loro assicurato, mantenendo forzatamente un lavoro non produttivo, è talmente in urto coi larghi principii di libera concorrenza in fatto di commercio solennemente sanciti dal Parlamento, da non meritarsi una seria confutazione.

Conchiudendo, la Commissione all’unanimità dei suoi membri, meno uno, riconoscendo essere le opere proposte di utilità generale dello Stato e del commercio, vi propone che vogliate approvare la legge relativa presentata dal ministro dei lavori pubblici.


Relazione del ministro dei lavori pubblici (Paleocapa) maggio 1854, con cui presenta al Senato il progetto di legge approvato dalla Camera nella tornata del 24 aprile 1854.

Signori! — La Camera elettiva, chiamata nella passata Legislatura ad esaminare un progetto di convenzione inteso dal Governo col comune di San Pier d’Area per la concessione di una ferrovia a cavalli da quell’abitato al porto di Genova, nella sua seduta 8 giugno 1853 ne sospendeva l’approvazione, non perchè non riconoscesse la somma utilità dell’opera, ma perchè, temendo potesse questa ferrovia discorrente quasi parallela a quella dello Stato muoverle perniciosa concorrenza, desiderava fosse eseguita dal Governo.

Dalla relazione (che qui unita ho l’onore di comunicarvi) sul progetto di legge riprodotto dal Ministero alla stessa Camera nella tornata del 22 marzo scorso, vi sarà facile, o signori, lo scorgere in qual modo il Governo in adesione ai desiderii della Camera sia riescito a conciliare colla commendevole insistenza del comune nel chiedere la concessione della sua ferrovia gli interessi dello Stato, non solo sottraendo la strada ferrata nazionale da San Pier d’Arena a Genova ai temuti danni della concorrenza di quella del comune, ma altresì vantaggiando notevolmente le condizioni del difficile esercizio del tronco di strada destinato al trasporto delle merci dalla piazza di Caricamento al porte di Genova e viceversa.