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documenti parlamentari


Concessione d’una ferrovia a cavalli da San Pier d’Arena
al porto di Genova1.

Progetto di legge presentato alla Camera il 22 marzo 1854 dal ministro dei lavori pubblici (Paleocapa).

Signori! — La Camera dei deputati della trascorsa Legislatura, tuttochè non accordasse la sua adesione, e deliberasse che fosse sospesa la discussione sulla legge che le veniva presentata dal Ministero fin dal principio di aprile 1853 per la concessione al comune di San Pier d’Arena d’una strada ferrata a cavalli, che dal porto di Genova, sottopassato il colle di San Benigno, traversasse la detta città, e venisse a congiungersi con quella dello Stato, non disconosceva però ’tilità di questo ramo di ferrovia. Chè anzi, tanto era il pregio che ella attribuiva a quest’opera, che e dalla relazione della Commissione incaricata dell’esame del progetto di legge, e dalle discussioni cui esso dava occasione, apparisce chiaramente essere stato desiderio che il Ministero ne promovesse la costruzione a spese dello Stato,

Questa opinione era fondata su più motivi, la prospettiva cioè d’un notevole profitto che avrebbe data la strada al comune concessionario, profitto che si voleva assicurare all’erario nazionale, il timore d’un concorso pericoloso che essa potesse fare al tronco di ferrovia dello Stato da Genova alla stazione di San Pier d’Arena, l’importanza che il Governo doveva mettere a procurarsi egli stesso una comunicazione più diretta e più comoda col porto, la supposizione finalmente che nè l’esecuzione né il successivo esercizio di questa strada avessero a cagionare alla amministrazione pubblica difficoltà e spese più gravi di quelle a cui avrebbe dovuto far fronte il municipio che ne domandava la concessione.

Il Ministero non potendo appagarsi di questi argomenti, e specialmente dell’ultimo, faceva presenti, per quanto concerne la costruzione, le condizioni speciali della ferrovia di cui si tratta; mostrava le opposizioni e pretese d’ogni maniera che avrebbe incontrate la pubblica amministrazione nel portare il binario piuttosto da questo che da quel lato, nel fissarne i livelli, nello stabilire le traversate e gli sviatoi per accedere alle vie laterali ed ai magazzini, nello sviluppo dei recessi, nel collocamento delle piatteforme ed in altri dettagli di esecuzione, minuti sì, ma pure di grave importanza, per fanti interessi privati a cui la strada doveva servire, e che, sollevando un vespaio di reclami e di discussioni, avrebbero condotto ad una grave perdita di tempo ed aumento di spese. Le quali difficoltà, se non cessavanu del tutto, avrebbero certo di gran lunga diminuito e sarebbero state molto più presto e più facilmente risolte, quando il municipio, che rappresenta l’intiera popolazione, avesse proceduto egli stesso, come nel complesso degli interessi particolari meglio si conveniva, all’ordinamento delle moltiplici. e continue diramazioni che dalla linea ferrata principale dovevano volgere verso le vie laterali della città dall’una e dall’altra parte, ed accedere ai principali depositi e magazzini particolari.

In quanto poi all’esercizio, il Ministero faceva presente come, veduto l’ufficio della ferrovia che era quello di servire ad ogni passo alle comunicazioni laterali, e di consentire continuamente alla popolazione un sicuro transito dall’una all’altra parte della città, e dalle contrade superiori alla piaggia del mare, sarebbe stato, non solo pericolosissimo e pieno di inconvenienti, ma senza scopo e senza utilità alcuna, il sostituire al traino fatto colle bestie da tiro, quello esercitato colle locomotive, le quali era impossibile che ad ogni momento si arrestassero e deviassero per questa o quella via, ed accedessero a questo o quel recesso, sia per mezzo di sviatoi o di girare delle piatteforme.

Per il complesso delle quali circostanze pareva evidente che, se mai vi era opera pubblica che dovesse riguardarsi come comunale, e dal comune eseguita ed amministrata, questa fosse appunto la ferrovia di cui il municipio di San Pier d’Arena domandava la concessione.

Le ragioni allegate si sono fatte dopo la presentazione del primo progetto di legge ancor più gravi, perchè da un lato la fabbricazione e la popolazione della città di San Pier d’Arena hanno preso e varino prendendo un sempre maggiore incremento, e dall’altro lato cresce pel Governo l’inopportunità di assumere egli stesso l’impresa di una strada ferrata che deve essere necessariamente esercitata a cavalli; imperciocchè, essendosi mutato il sistema di comunicazione fra la stazione di Genova e la piazza di Caricamento, essendasi cioè rinunziato all’elevatore ed all’esercizio a cavalli dal piede di questo sino alla piazza suddetta, ed essendovisi sostituito un corso continuo di locomotive, ne viene che l’amministrazione, per assumere l’esercizio della ferrovia dentro la città di San Pier d’Arena, dovrebbe stabilire un apposito servizio di bestie da tiro, la natura del quale è tale che non sarà difficile persuadersi come riesca poco appropriato ad una pubblica amministrazione, sia che lo eserciti per economia, sia che lo eserciti per impresa, definire gli obblighi della quale, e farli osservare, sarebbe cosa troppo complicata e difficile.

Il Ministero nella tornata del 7 giugno 1853 faceva anche osservare alla Camera come il timore d’una rivalità pericolosa al tronco di ferrovia dello Stato dal porto a San Pier d’Arena, si convertisse anzi in una prospettiva di grande facilitazione nel servizio pubblico, non più gravato da tutte quelle grosse mercanzie che, dirette ai depositi e magazzini di San Pier d’Arena, sarebbero poi passate nella parte principalissima ad alimentare il transito sulla grande ferrovia dello Stato verso Alessandria ed oltre.

A malgrado però di tutte queste considerazioni, è lungi che il Ministero disconoscesse il vantaggio assai notevole che, appunto nel rispetto di alleviare il troppo aggravato servizio fra la stazione di Genova e la piazza di Caricamento, si sarebbe potuto trarre da una strada propria dello Stato che dalla stazione di San Pier d’Arena corresse continuamente a quel sito del porte a cui accenna la ferrovia della quale si domanda la concessione, e servisse al trasporto delle grosse merci che non fanno sosta, ma si scaricano e si spediscono immediatamente. Ma per conseguire un tale scopo fa mestieri che questa diramazione di via ferrata sia una vera continuazione di quella dello Stato, e possa percorrersi senza interruzione dagli stessi convogli colle locomotive; al quale divisamento, per ciò che si è detto, non potrà mai adempiere la ferrovia di cui abbisogna, e che domanda il comune di San Pier d’Arena.

Se non che intervennero nel procedere dei lavori dello Stato alcune circostanze che hanno reso il divisamento medesimo attuabile in un altro modo assai facile, poco dispendioso e di una sempre maggiore utilità; imperciocchè innanzi tutto per risolvere le questioni insorte coll’impresa dei lavori della Polcevera, e sopperire al riconosciuto difetto di cave di buona pietra in detta valle, si convenne coll’appaltatore che avrebbe tratto questo materiale da una sua propria cava aperta nei fianchi occidentali dei colli di San Benigno in un sito detto la Coscia, cd avrebbe rinunciato al compenso che

  1. V. 3° yol, Documenti, Sessione 1852, pag. 1625.