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MENTARI

Relazione fatta alla Camera i 27 maggio 1854 dalla Commissione composta dei deputati Mossi. Borella, Rezasco, Farina Paolo, Ricci, kiccardi Carlo, e Bri. gnone, relatore.

Siononi! — Non bastò che il ministro delle finanze giá avesse per ben quattro volte chiesta la concessione di crediti supplementari in aggiunta al bifancio 1851, cioè col progetlo di iegge presentato il 9 aprile 1852, colle due note supple- tive delli 8 maggio e 15 giugno susseguenti, e con altro pro- getto di legge 50 dicembre stesso anno, in complesso per la considerevole somma di lire 9,389,786 85; egli introdu- ceva ancora avanti alla Camera nella tornata del 14 febbraio scorso una domanda della stessa natura, proponendo l’ap- provazione di altre spese maggiori o nuove per l’ammontare di lire 238.693 90 riguardanti il detto bilancio 1831, e di lire 3546 20 relative ai residui 1850.

Di queste spese alcune sono accompagnate da risparmi, i quali, se per le norme che regolano la contabilitá, non si possono con esse compensare, si troveranno però a debito tempo abbandonati negli spogli di quell’esercizio fra lo speso in meno, altre pruvengono da atunenti verificatisi nell’attico che le congnagliano o le superano, e sono perciò semplici spese d’ordine, le altre poche finalmente sono vere maggiori passivitá dipendenti o ne dalla volontá dell’ amministra- zione, siccome rileverele in appresso,

Ma se questi nuovi crediti, per la loro sostanza, non ag- gravano, 0 di ben poco, le condizioni del tesorn rispetto al- l’approvato bilancio ed agli altri crediti prima d’ora consen- titi, non si può tuttavia a meno di considerare come assai tardiva e fuor di tempo la loro presentazione quando l’eser- cizio trovasi chiuso da oramai due anni, e dopo che altri crediti giá furono chiesti in tale epoca in cui ogni risultato della contabilitá annuale poteva essere conosciuto,

Infatti la dimanda ripetuta a piú riprese di fanti crediti diversi trae il pubblico in inganno circa all’entitá delle spese, il Parlamento dovendo uccuparsi alla spicciolata delle passi- vitá di uno stesso esercizio non può tenere d’occhio al come plesso di esso a fronte delle risorse disponibili, e regolare in conseguenza le sue determinazioni, e, quel che piú monta, si rende per tal modo in gran parte frustraneo il bilancio, il quale poco a poco perde la sua correlazione colle spese real- mente eseguite.

Renchè esponiamo questi inconvenienti, non ignoriamo che assai facilmente, per quanta diligenza si usi, può avve- nire il bisogno di ricorrere a crediti supplementari per re- golarizzare le contabilitá dei rispettivi esercizi, e che alcuni riescono anche inevitabili laddove, a cagion d’esempio, le spese stanziate a calcolo vengono necessariamente ad aumen- tare per imprevedibili eventualitá o per loro relazione cogli introiti, ma crediamo ad un tempo che generalmente i cre- diti supplementari debbano restringersi a questi casi, o che tutt’almeno essi non debbano mai essere un mezzo di elu- dere il bilancio al quale le spese debbono corrispondere per quanto possibile, che perciò soltanto se ne debba far uso in epoca piú prossima ai rispettivi esercizi, ed allora ed in quella piú stretta misura che sia richiesta da assoluta ne- cessilá.

Tanto piú grave vorrebbe poi ravvisarsi l’abuso, se dopo essersi ordinate 0 permesse spese in eccedenza ai bilanci, ne fussero spediti i mandati, senza che ponesse ostacolo al loro pagamento l’uffizio specialmente incaricato di ritenere per mezzo del controllo le spese nei limili delle somme appro-

vate, cosí rendendo una semplice ed inatile formalitá la di- manda posticipata dei relativi crediti,

Sopra questo abuso impertanto, in cui non possiamo ac- certare che talora non si incorra, reclamiamo particolar- mente l’avvertenza del Governo e della Camera: di quello perchè lo scansi accorataczente, di questa perchè, quando intraprenda lesame degli spogli, non voglia troppo facil- mente ammettere quelle spese che con tanta irregolaritá si fossero eseguite.

Premesse queste considerazioni, che crediamo essenziali ed opportune non tanto per i pochi crediti domandati in az- giunta al bilancio 1851, che formano l’oggetto di questa re- lazione, guanto per i molti altri relativi agli esercizi 1852 e 1853, sopra i quali siamo pure chiamati a riferire, passiamo alla parte concreta del nostro mandato.

Stimiamo tuttavia ancora di prenotare, non a giustifica» zione delle eccedenze di spesa occorse in varie categorie, ma come nozione di fatto, che malgrado l’approvazione dei cre- diti novellamente chiesti sul bilancio 1851, siccome giá fu accennato nella relazione ministeriale, lo speso di meno ec- cederá per anco le spese maggiori, il che equivale a dire che non saranno sorpassate in complesso le previsioni del bilancio, ne varierá il risultato della conizbilitá definitiva dell’esercizio quale vi fu presentato nelle ultime finanziarie esposizioni, e quale venne riprodotto in un quadro sinottico unito al progetto del Governo, appunto perchè in tale risui- tato i crediti ora richiesti giá furono compresi e computati.

BILANCIO — Guerra. Categoria 26. Corpo dei velerani e învaliti, lire 70,231 19.

Questa deficienza di fondo, tardivamente riconosciuta per ragione d’assestamento di conti tra l’amministrazione ed il corpo suddetto dei veterani ed invalidi, non proviene pro- priamente, siccome indica la ministeriale relazione, da una maggior forza avutasi di bass’uffiziali e soldati a fronte di quella contemplata in bilancio, ma bensí da gratificazioni state concesse a termini dell’istruzione 26 novembre 1832 a bass’uffiziali e soldati congedati senza pensione, per eflet- tuare nel corpo le riduzioni dal bilancio previste e quelle stale per mezzo della Commissione della Camera raccoman» date, e dall’essersi inoltre accreditato il corno in danaro di una parte Celle competenze pane, letti e legna che erano state bilanciate alle categorie 33 e 35, le quali gratificazioni e competenze in natura, pagate in danaro, diedero luego ad una maggiore spesa, che intanto solo fu ristretta alle dette lire 70,251 19, in quanto che si operarono considerevoli economie sulle paghe degli uffiziali, ed altri compensi col

corpo, relativi ad articoli della medesima categoria, epper-

ciò dalle regole di contabilitá consentiti.

Le economie che risultarono alle categorie 35, Pane, e 35, Letti e legna per fatto delle accennate computazioni e che farono abbandonate nello spaglio fra lo spesa di meno, ascen- dono a lire 556,972; e da esse è perciò in sostanza abbon- dantemente contrabbiîanciata la maggiore spesa come avanti richiesta, che la Commissione vi propone di autorizzare.

Categoria 16. Filli case, quartieri e corpi di guardia, lire 5556 20.

Quest’aggiunta, relativa ai residui 1850 e retro, sino alla concorrente di lire 2372 50, è richiesta per indennitá del- Poccupazione militare di un locale spettante alle suore del conservatorio di San Gerolamo in Genova, e per l’amman- tare di lire 1173 70 per spese di fitto, riparazioni e prov-